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Lo smog annebbia la mente

Secondo uno studio pubblicato su Pnas, l’esposizione all’inquinamento atmosferico danneggia le capacità cognitive e aumenta il rischio di demenza

Lo foschia dello smog è ormai un elemento caratteristico delle grandi città. E in molti appaiono quasi abituati a quella nube densa e grigia che offusca il cielo, l’orizzonte e non solo. Già, perché secondo uno studio condotto da un team internazionale di ricercatori tra Stati Uniti e Cina, pubblicato sulla rivista Pnas, lo smog annebbia anche la mente.
Lo studio ha coinvolto circa 20mila persone in Cina, appartenenti a entrambi i sessi e con un’età superiore a dieci anni. La ricerca ha innanzitutto calcolato il livello di esposizione all’inquinamento di ogni partecipante sulla base del suo indirizzo di residenza, sottoponendo poi il campione a una serie di test per verificarne le abilità matematiche e linguistiche. Stando ai risultati della ricerca, le capacità analizzate si sono rivelate tanto inferiori quanto maggiore era l’esposizione ad agenti inquinanti come il particolato fine: detto in altri termini, fra capacità cognitive e smog ci sarebbe una relazione inversa. Lo studio ha inoltre evidenziato come l’impatto negativo dell’inquinamento atmosferico aumenti al crescere dell’età.
La ricerca precisa comunque che non è ancora possibile stabilire un nesso di causa-effetto fra smog e capacità mentali. Eppure gli indizi in tal senso si fanno sempre più numerosi: precedenti ricerche avevano rilevato la possibile presenza di una relazione livelli di inquinamento e rischio di ammalarsi di demenza.
Evidenze che si sommano ai danni già certificati prodotti dallo smog: l’Organizzazione mondiale della sanità reputa l’inquinamento atmosferico responsabile di una morte su sei, arrivando a contare nel solo 2015 oltre nove milioni di vittime. Numeri che avevano spinto l’istituto a parlare di una sorta di killer invisibile.