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Privacy, un fattore strategico per lo sviluppo aziendale

Uno studio di Cisco dimostra che una inefficace gestione dei dati impatta negativamente sul ciclo di vendita e sulla sicurezza della protezione delle informazioni

La privacy è un onere sempre più importante per le aziende. Non si tratta solo della prossima entrata in vigore del Gdpr, ma di un complesso quadro internazionale di norme a cui le imprese devono adeguarsi. Per questo, una scorretta gestione della privacy può impattare negativamente sul ciclo di vendita. I risultati dell’indagine di Cisco Privacy maturity benchmark study hanno dimostrato che nelle organizzazioni più efficienti nella gestione della privacy, si sperimentano ritardi più brevi rispetto a chi ha meno dimestichezza con i dati dei clienti. Inoltre, si registrano minori perdite associate alla violazione dei dati. 

Ritardi nelle vendite: in Italia 8,5 settimane
Il 65% delle organizzazioni intervistate ha riferito di avere ritardi nel ciclo di vendita, dovuti agli adempimenti sulla privacy. La media globale dei ritardi sfiora i due mesi: 7,8 settimane, con oltre il 90% degli intervistati che dichiara ritardi tra zero e 20 settimane. Cisco distingue aziende mature e immature, in base allo sviluppo della gestione dei dati dei clienti: per le prime, la media dei ritardi si attesta a 3,4 settimane (meno della metà rispetto alla media generale), mentre per le aziende immature si toccano in media ritardi di 16,8 settimane (più del doppio rispetto alla media generale). Il fattore geografico incide sensibilmente. I ritardi nelle vendite più consistenti sono registrati dalle aziende che operano nei Paesi dell’America Latina (15,4 settimane di media, escluso il Brasile che si ferma a 4,5 settimane) e il Messico (13 settimane). In Europa, risultato negativo per l’Italia dove la privacy pesa sul ciclo di vendita delle aziende con ritardi medi di 8,5 settimane, più del doppio delle 3,7 settimane della Spagna, e 3,8 settimane in più rispetto alla Francia (media di 4,7 settimane). Va peggio rispetto all’Italia nel Regno Unito (9,3 settimane) e Germania (8,3 settimane). Quanto ai Paesi leader mondiali del commercio, spicca in negativo il Giappone con 12,1 settimane, mentre negli Stati Uniti si toccano in media le 7,7 settimane. I migliori della classe sono Cina e Russia: per le aziende di Pechino la privacy pesa sul ciclo di vendita per 2,8 settimane, seguita da Mosca con 3,3 settimane.

Male i servizi finanziari
L’indagine distingue anche i ritardi nelle vendite in base al settore. I più efficienti sono l’energetico, il farmaceutico e il manifatturiero (con una media poco superiore alle tre settimane). Male i servizi finanziari (sopra le sei settimane) e la salute (oltre le dieci settimane). Disastrosa la prestazione del settore pubblico, che spicca con ritardi superiori alle 18 settimane, più di quattro mesi. 

Rischio violazioni dei dati
Non solo ritardi nella vendita. Una scorretta gestione della privacy può danneggiare l’azienda soprattutto in caso di attacco informatico, finalizzato alla violazione dei dati. Per Cisco, il 74% delle società “immature” ha subito una perdita informatica di oltre 500.000 dollari nell'ultimo anno, rispetto a solo 39% delle aziende mature. Probabilmente, secondo Cisco, i vantaggi per le aziende mature potrebbero derivare soprattutto da processi aziendali che minimizzano la massa di dati archiviati e protetti. Secondo il report, la soluzione ottimale per evitare problemi è un mix di gestione della privacy centralizzata e decentralizzata. Chi implementa simili sistemi ha registrato ritardi più brevi (4,6 settimane) rispetto a modelli completamente centralizzati (9,8 settimane) o decentralizzati (7,1 settimane).