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Circular Economy for Food, il libro

Come si declina l’economia circolare per uno dei settori chiave dell’economia globale, il food? Il volume di Franco Fassio e Nadia Tecco affronta per la prima volta il tema raccogliendo contributi prestigiosi e numerosi casi studio: 40 storie virtuose, dalla Barilla alla Carlsberg, dalla Ferrero all'Ikea

Negli ultimi cinquant'anni le modalità con cui è stato prodotto e consumato il cibo hanno avuto impatti devastanti sugli ecosistemi e sulle società umane. Il settore agroindustriale ha di fatto contribuito al superamento di 4 delle 9 soglie che determinano i limiti planetari - cambiamento climatico, perdita di biodiversità, alterazioni al ciclo dell'azoto e del fosforo, cambiamenti nell'utilizzo del suolo. Ma non solo. Il consumo di cibi poco salubri sta causando problemi sanitari gravissimi, e mentre quasi un miliardo di persone non ha da mangiare, si buttano via quantità di cibo che basterebbero a nutrire il pianeta senza problemi. 


Ridurre gli sprechi e le disuguaglianze alimentali
Circular Economy for Food, con il contributo di alcuni dei più prestigiosi esperti italiani, propone un modello di economia circolare per ridurre gli sprechi di cibo e le disuguaglianze alimentari fra i Paesi, migliorare l'eco-efficacia ed efficienza dei prodotti, dei servizi e dei processi all'interno del Food System sulla base dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Il sistema attuale, basato su una logica rigidamente lineare, non funziona più, e il passaggio a un'economia circolare potrebbe portare enormi vantaggi all'ambiente e ai consumatori. Una logica che può essere in parte ricondotta al sapere e alle tradizioni della civiltà contadina, in cui tutto veniva riutilizzato, e che potrebbe favorire la presa di coscienza delle dinamiche e delle relazioni culturali sottese all'atto del mangiare, incentivando il food system a individuare un nuovo equilibrio.
Franco Fassio e Nadia Tecco in collaborazione con l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, sostengono quindi "un modello di economia che guarda alle logiche della tradizione contadina in cui tutto veniva riutilizzato”, un modello rigenerativo in senso olistico che punta alla circolarità permettendo il riutilizzo delle risorse della filiera agroalimentare.

Il riutilizzo delle risorse nella filiera agroalimentare
Circular Economy for Food presenta diverse realtà imprenditoriali tra cui più importanti player del food (Barilla, Ferrero, Lavazza, ma anche realtà di scala del tutto diversa) e del beverage (Carlsberg, Lurisia, Bacardi), aziende che attuano strategie innovative di valorizzazione degli scarti, consorzi nazionali del recupero dei materiali come Ricrea, Comieco e Rilegno, operatori della grande distribuzione come Coop, soggetti che offrono servizi di ristorazione (da CIR a Autogrill, fino a Ikea), produttori, utilizzatori e riciclatori di packaging.
Casi concreti e conosciuti offrono una chiave di lettura semplice e immediata che consente a tutti di entrare nel vivo della questione e di essere protagonisti di quella transizione verso il futuro di cui si ha un sempre più urgente bisogno. Tra quelli segnalati citiamo: “Il barattolo in acciaio per il caffe” scelto da Lavazza per confezionare il suo prodotto, “Qualità Oro” e “Qualità Rossa”, per preservare al meglio le qualità organolettiche del caffè e “ Dal pomodoro una nuova pellicola per il packaging”, che presenta una soluzione alternativa alle attuali vernici per il rivestimento interno dei barattoli in acciaio per il food.