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Il fascino diabolico del fake

Da Ottaviano a Robinson Crusoe, fino alle ultime presidenziali statunitensi. Le fake news sono tutt’altro che un fenomeno contemporaneo, ma gli uomini non hanno smesso di crederci. La ragione? Il falso attira più del vero

La menzogna piace di più della verità. Una frase che sembra spiegare perfettamente il successo clamoroso che, nell’era dei social network, stanno avendo le fake news. Un termine che è stato portato alla ribalta internazionale dalla campagna elettorale che ha visto vincere il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il tycoon ha provato in tutti i modi a smascherare notizie che avrebbero potuto compromettere la sua corsa verso la Casa Bianca. Tuttavia, la storia insegna che le notizie false sono state utilizzate fin dall’antichità come arma per scalare il potere. Alcuni casi famosi sono stati ricordati da Salvatore Graziano, responsabile strategie di investimento di SoldiExpert, in occasione del convegno Fake finance in tasca – imparare a riconoscere le bufale che fanno male ai nostri risparmi, che si è svolto al Salone del Risparmio di Milano. Il primo caso è la guerra tra Marco Antonio e Ottaviano. Quest’ultimo, per screditare l’avversario, diffuse la falsa notizia che Marco Antonio avrebbe sottomesso Roma alla volontà dell’Egitto, incidendo la notizia “bufala” sulle monete, in modo da favorire una rapida diffusione tra il popolo e manipolarne il consenso. La moneta diventò così un vero e proprio mass medium di fake news. Graziano ha ricordato che Daniel Defoe, l’autore di Robinson Crusoe, già alla fine del XVII secolo aveva descritto il modo in cui i risparmiatori inglesi venivano ingannati sugli investimenti oltre oceano. Infine, famoso è anche il modo in cui Nathan Rothschild seppe sfruttare la battaglia di Waterloo per incrementare i propri affari: avendo saputo in anticipo della vittoria inglese, cominciò a vendere attività, facendo credere in questo modo che Napoleone avesse trionfato. 

Un pericolo sottovalutato: gli influencer
La storia si ripete. Le false informazioni per modificare il valore dei titoli oggi si intrecciano pericolosamente con il fenomeno fake news, diventando un ingrediente fondamentale per le truffe. Lo strumento per diffondere finte informazioni sono oggi i social network. Questo è il contesto che sta facendo la fortuna anche di numerosi influencer, che si fanno pagare per postare notizie, favorendo il business di aziende interessate a catturare l’attenzione dei follower. Graziano ha citato l’esempio John McAfee, che ha promosso i bitcoin, prevedendo che entro il 2020 sarebbero arrivati a un valore di un milione di dollari. Il pericolo di simili annunci è che non si tratta di notizie “false” nel senso stretto del termine, ma di informazioni poco autentiche. Il vero problema, ha sottolineato Marco Novarese, professore dell’università del Piemonte Orientale, è che siamo propensi a credere alla notizie false: tendiamo naturalmente a credere a tutto, per poi capire l’errore solo in un secondo momento. 


Imparare dalla polizia
La rete non è solo il problema, ma anche l’antidoto. Per questo Salvatore Graziano ha suggerito di diventare “sbirri”, ossia informarsi, indagare come fa la polizia, per tutelare i propri interessi contro le truffe. Non è una missione impossibile, perché rispetto al passato abbiamo a disposizione migliaia di informazioni. Il primo consiglio è verificare l’identità dei proprietari del sito internet. Spesso saranno società con sede in paesi che hanno meno controlli. Secondo: verificare la sede dell’azienda. Chiunque può aprire un ufficio a Londra, pagando poche decine di sterline a società specializzate. Terzo: confrontare le foto presenti sul sito, soprattutto le immagini di profilo dei responsabili della società che ci propone l’investimento. Basta una ricerca per immagine fatta attraverso un motore di ricerca per scoprire che spesso si tratta di foto scaricate da internet. Quarto consiglio: capire l’affidabilità dei feedback presenti sul sito che ci propone l’investimento. In questo caso sono spesso profili creati appositamente per promuovere l’azienda fake. Infine, un consiglio “sociologico”: evitare l’effetto gregge, ossia investire come fanno gli altri. Spesso infatti, si crede che sia meglio perdere qualcosa in gruppo, piuttosto che perdere quando gli altri guadagnano. Il rischio è di assecondare le scelte della massa, mettendo in secondo piano la propria capacità di analisi.