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Guida autonoma, ecco il decreto per la sperimentazione

Firmato il primo atto istituzionale che trasformerà le strade italiane, rendendole pronte ad accogliere le auto che si guidano da sole

Un decreto atteso da tempo quello licenziato dal governo e che regola la sperimentazione su strade e autostrade italiane dei veicoli a guida autonoma o automatica. È il primo passo istituzionale, molti ne ha già fatti la ricerca italiana del settore, verso la cosiddetta smart mobility. Il decreto è stato firmato dal ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, e mira a realizzare un miglioramento della rete stradale nazionale attraverso una sua graduale "trasformazione digitale", secondo la definizione del ministero. L'obiettivo è di rendere la viabilità idonea ai veicoli connessi, anche nell'ottica di rendere possibile "l'utilizzo dei più avanzati livelli di assistenza automatica alla guida", nonché per snellire il traffico e ridurre l'incidentalità stradale. 

Sono stati quindi individuati i soggetti che possono chiedere l'autorizzazione per le sperimentazioni: sono incluse le case costruttrici del veicolo equipaggiato con le tecnologie di guida automatica, gli istituti universitari e gli enti pubblici e privati di ricerca. È stata regolata l'istruttoria che deve essere compiuta, le modalità con cui l'autorizzazione sarà rilasciata e i controlli cui è soggetta l'attività di sperimentazione, allo scopo di assicurare che questa sia realizzata in condizioni di sicurezza. 

Sono previsti, dunque, gli interventi necessari per la comunicazione dei dati tra le infrastrutture e le vetture che viaggiano sulle strade; la copertura con servizi di connessione di routing; la presenza di un sistema di hot-spot wifi disposti almeno in tutte le aree di servizio e di parcheggio; un sistema per rilevare il traffico e le condizioni meteo e fornire previsioni a medio-breve termine. Sulla base dei dati raccolti, poi, il sistema offrirà contenuti per servizi di informazione sul viaggio. 

A livello operativo, spiegano dal ministero, saranno realizzati interventi in due tempi: in una prima tranche, entro il 2025, si lavorerà sulle infrastrutture appartenenti alla rete Ten-t (Trans european network-transport) e su tutta la rete autostradale. Successivamente, entro il 2030, saranno attivati ulteriori servizi di deviazione dei flussi, di intervento sulle velocità medie, di suggerimento di traiettorie e corsie, di gestione dinamica degli accessi, dei parcheggi e del rifornimento, con particolare attenzione alle stazioni di ricarica elettrica. 

Lungo i prossimi 10-15 anni, i servizi saranno estesi a tutta la rete Snit (Sistema nazionale integrato dei trasporti), ridisegnata dall’allegato al Def del 2017, denominato Connettere l’Italia. I costi dei lavori saranno a carico del concessionario, cioè lo Stato, e del gestore dell'infrastruttura.