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Vola l’Ict in Italia

Sotto la spinta delle nuove tecnologie e di un’economia sempre più digitale, il mercato dell’Information Technology rappresenta, secondo l’ultimo Assintel Report, una forza trainante per l’impresa italiana

Vale complessivamente 30 miliardi di euro il mercato dell’Ict italiano, che nel 2017 ha registrato una crescita del 3,1% e conferma il trend positivo anche per il prossimo anno, con una stima del + 1,9%. Sono i dati dell’ultimo report Progetti di trasformazione digitale realizzato da Assintel, l’Associazione nazionale delle imprese Ict e digitali, con il supporto di Confcommercio. Analizzando i macro-segmenti, sono gli investimenti nelle strumentazioni hardware a guidare la spesa con un + 6,2%, seguiti dall’area software (+ 3%) e da quella dei servizi IT (+ 1,5%). Solo i servizi di telecomunicazione registrano un calo dell’1,6%. 


Tutta l’Italia investe, con qualche freno

Il primo spender tecnologico è il Nord Ovest, con 10 miliardi di euro che costituiscono il 35% della spesa totale, seguito a breve distanza dal Centro Italia, che con oltre 8 miliardi di euro rappresenta il 27% degli investimenti complessivi. Anche le imprese del Sud e delle isole esprimono notevole ottimismo sull’espansione dei propri investimenti tecnologici: quasi un terzo prevede una crescita di oltre il 5% nel 2018. Tuttavia, il 60% di esse trova un freno sia nella scarsità di risorse economiche e finanziamenti, sia nella scarsa propensione al rischio di manager e imprenditori. Il principale ostacolo lamentato dalle imprese del Centro e del Nord è invece la mancanza di una cultura del cambiamento continuo, seguito, anche qui, dalla mancanza di risorse e di finanziamenti. 


Settori a diverse velocità

Ci sono alcune aree decisamente più propense a investire nel digitale: il 30% del turismo e il 24% del commercio al dettaglio prevedono di espandere la propria spesa tecnologia fino al 5%. Sono dati che riflettono la trasformazione verso un paradigma di società multicanale, guidata dalle nuove aspettative del cliente e da concetti come user experience e customer journey. La conferma arriva anche dai dati sull’e-commerce, che continuerà a crescere a tassi molto sostenuti: gli scambi supereranno i 23 miliardi di euro a fine 2017 con una crescita del +18.8%, che salirà al +24% il prossimo anno. Positive anche le previsioni relative al settore manifatturiero, che con circa 7 miliardi di euro rappresenta quasi un quarto degli investimenti complessivi. Si tratta di un dato che, oltre a essere direttamente collegato al tessuto economico italiano, costituito per il 22% circa da aziende operanti nell’industria manifatturiera e di processo, è anche conseguenza dei progetti evolutivi che queste aziende stanno portando avanti in ottica di Industria 4.0. Non sono altrettanto performanti le aree della Pubblica Amministrazione, Sanità e Istruzione, i cui investimenti resteranno prudenzialmente stabili nella maggior parte dei casi (86% delle strutture analizzate). Ancora più pessimiste le imprese del commercio all’ingrosso: il 36% prevede addirittura di ridurre la propria spesa Ict. 


Le grandi imprese driver della crescita

Le previsioni positive del 2018 sono riconducibili soprattutto alle grandi aziende. Delle oltre mille organizzazioni coinvolte nell’analisi infatti il 40% delle medie e il 60% delle grandi prevede una crescita del fatturato grazie agli investimenti Ict. Ciò si riflette nelle previsioni di spesa: il 49% delle grandi imprese prevede di espandere i propri investimenti nel settore. Al contrario, le micro e piccole aziende sembrano in difficoltà: quasi una su due sta ancora cercando di razionalizzare e rendere efficiente la gestione delle risorse IT finora acquisite, e non ha energie né risorse da dedicare ai nuovi paradigmi. Giorgio Rapari, presidente Assintel, conferma che l’operazione culturale di sensibilizzazione digitale va fatta soprattutto su questo segmento: “La nostra azione percorre tre binari principali: sensibilizzare e dare supporto concreto alle nostre aziende Ict, fare pressing politico per sostenere la strategia digitale sia nei confronti delle imprese, sia della Pubblica Amministrazione, e infine lavorare a stretto contatto con la Domanda attraverso iniziative di sensibilizzazione culturale”.