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Ecosistema Urbano: come stanno le nostre città?

Italia a due velocità nel report 2020 di Legambiente sulla vivibilità ambientale nei comuni capoluogo: bene per i piccoli centri, male per i grandi agglomerati

Un’Italia a due velocità è quella che ha fotografato il 27° rapporto annuale di Legambiente, Ecosistema Urbano sulla vivibilità ambientale dei comuni capoluogo, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Sole 24 Ore.
C’è un’Italia attenta alle nuove scelte urbanistiche, ai servizi di mobilità, all’uso di energie rinnovabili, alla progressiva restituzione di vie e piazze ai cittadini, alla crescita di spazi verdi. E c’è quella con un andamento più lento nelle performance ambientali delle città, soprattutto per quanto riguarda inquinamento dell’aria, trasporti, raccolta differenziata e gestione idrica.
Ai primi posti per buone pratiche ambientali troviamo le città di Trento, Mantova, Pordenone, Bolzano e Reggio Emilia; in fondo alla graduatoria Vibo Valentia, Palermo e Pescara. E, mentre le grandi città fanno fatica a dare risposte green ai propri abitanti, si scoprono piccole città virtuose da cui prendere esempio. 


L’opportunità green che non dobbiamo sprecare
Il rapporto di Legambiente mostra, cifre alla mano, il cambiamento green in atto nelle nostre città basandosi sui dati comunali relativi al 2019, ossia a prima della pandemia.
“L’Europa – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – ha destinato al nostro Paese 209 miliardi di euro, una cifra che non potrà non riguardare le aree urbane, utili anche per il raggiungimento degli obiettivi Onu sullo sviluppo sostenibile al 2030. Ed è qui infatti che si gioca una partita fondamentale per fronteggiare le tre crisi attuali – l’emergenza sanitaria, economica e climatica – e per vincere la sfida della modernizzazione del Paese. L’Italia non può mancare questa occasione irripetibile per rendere le nostre città più moderne, sostenibili e sicure”.


Le prime cinque posizioni nella classifica di Legambiente
Prendendo in considerazione le prime posizioni della classifica Legambiente, al primo posto troviamo la città di Trento che sfiora l’83% dei rifiuti raccolti in maniera differenziata, aumentano i passeggeri che usano i trasporti pubblici (190 viaggi per abitante) anche se cala lo spazio delle piste ciclabili, mentre migliora l’indice di consumo del suolo. Mantova, al secondo posto, vede crescere la raccolta differenziata dei rifiuti arrivando a toccare l’85,6% (anche se sale la produzione per abitante) e scendere i consumi idrici (accettabili le perdite di rete al 15%).
Pordenone, al terzo posto, migliora le sue performance nell’abbattimento dell’inquinamento atmosferico, nei consumi idrici (spreca meno in assoluto nelle perdite di rete, l’11,3%); bene la raccolta differenziata (all’86%) e il consumo di suolo. Unica nota negativa: il calo dei passeggeri nel trasporto pubblico.
Anche Bolzano, quarta, e Reggio Emilia, quinta, confermano le buone pratiche ambientali. Bolzano mantiene una buona qualità dell’aria e contiene le perdite di acqua; aumenta la raccolta differenziata ma anche i rifiuti prodotti; migliora anche l’indice del consumo di suolo. Reggio Emilia bene per l’inquinamento dell’aria, un po’ meno per la dispersione dell’acqua nella rete e nel monte rifiuti. Migliora tuttavia nella raccolta differenziata raggiungendo l’83%, nel trasporto pubblico, negli spazi pedonali e nelle piste ciclabili. 


I problemi delle grandi città
Lo sguardo di Ecosistema Urbano sulle grandi città mostra come, in generale, i grandi centri facciano fatica a dare risposte adeguate ai gravi problemi che si trovano ad affrontare: inquinamento, traffico, trasporti, rifiuti.
A confermare i numeri sempre più elevati dell’inquinamento dell’aria è il crescente numero di auto circolanti a Torino e a Roma e l’immobilismo del trasporto pubblico sempre a Roma. Il 19,2% della raccolta differenziata a Palermo o il 36% di Napoli; oppure il 3,60 su 10 che Venezia raggiunge nell’indice dedicato al suolo consumato o il quasi 50% dell’acqua sprecata in rete a Bari.
Fa eccezione Milano, che dai dati si è dimostrata sempre più attenta, negli ultimi anni, alla mobilità sostenibile e intermodale, alla rigenerazione urbana e all’uso efficiente del suolo. E l’unica grande città, inoltre, ad avere una rete idrica che perde meno del 25%, con appena il 13,7%.


Le ultime in graduatoria per performance ambientali
Agli ultimi posti Pescara, Palermo e Vibo Valentia. Il capoluogo abruzzese, terz’ultimo, non risponde da due anni al rapporto. Come pure Vibo Valentia con molte risposte non comunicate: unica nota positiva la raccolta differenziata che passa dal 26 al 46%. Palermo, penultima, oltre alla raccolta differenziata che non raggiunge il 20%, registra un calo dei passeggeri nel trasporto pubblico, scendono le piste ciclabili e l’indice di suolo consumato.


Le città virtuose da cui prendere esempio
Un dato interessante che emerge da Ecosistema Urbano 2020 è che la propensione al cambiamento in ambiti specifici caratterizza qua e là città che non sempre occupano posizioni di vertice in graduatoria. È il caso di Ferrara insieme a Pordenone e Mantova per la gestione dei rifiuti. Oppure Treviso, che depura tutti i suoi reflui come Bolzano e contiene lo spreco di acqua come Pordenone e Trento.
C’è poi chi mette al centro del proprio agire l’aumento dello spazio urbano dedicato alle bici come Reggio Emilia o Mantova. C’è poi Cosenza che sull’esempio di Pesaro ha realizzato la Ciclopolitana, una rete ciclabile lunga più di 30 Km che sarà ultimata entro fine 2020.  Benevento che punta a realizzare una rete di quasi 25 chilometri di piste ciclabili integrate con i mezzi del trasporto pubblico e ferroviario per migliorare la mobilità urbana e sviluppare il turismo. Da menzionare il caso di Prato che vanta un complesso residenziale (il NzeB di San Giusto), un mix di alta efficienza energetica con bassi costi di costruzione, pensato per il fabbisogno di famiglie in difficoltà economiche.