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Raccolta differenziata, l’Italia cresce divisa

In Trentino Alto Adige si arriva al 65% del totale dei rifiuti, mentre la Sicilia si ferma al 12,8%. Per lo sviluppo del settore si punta sul coinvolgimento delle scuole

Dati contrastanti per la raccolta differenziata in Italia che mostrano un Paese ancora diviso nella gestione ecosostenibile dei rifiuti, un mercato in cui operano 5mila imprese che occupano 120mila dipendenti. Nel 2016 la differenziata ha coinvolto il 52,5% dei rifiuti mentre il riciclo si attesta a 47,7%, secondo i nuovi criteri di calcolo del decreto del 26 maggio 2016. È quanto emerge dalla terza relazione sullo stato della Green Economy presentata nella giornata inaugurale degli Stati generali a Rimini in occasione di Ecomondo. Restano le fratture tra Nord e Sud: in Trentino Alto Adige si è arrivati al 65% ma la Sicilia si ferma al 12,8%. Il tasso della vergogna spetta a città come Siracusa e Vibo Valentia con il 5% di raccolta differenziata. La città più virtuosa è Treviso con l’83%. In venti anni è crollato il numero di rifiuti urbani che finisce in discarica, passando dall’80% al 25%, con Lombardia e Friuli Venezia Giulia che smaltiscono in discarica appena il 4%. 

Segnali positivi vengono sul fronte della raccolta differenziata dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee) che cresce del 6% nel 2017 in Italia. Superato l’obiettivo di 4 chili pro capite di rifiuti stabilito dall’Unione Europea. Un altro obiettivo europeo richiede che venga raccolto il 45% dell'immesso dei tre anni precedenti all'anno di valutazione: l'Italia ha chiuso il 2016 con un tasso di trattato del 41% per i raee domestici, quindi 4 punti percentuali in meno rispetto all'obiettivo europeo. Gran parte dei raee viene gestita dal Nord Italia: su 358 mila tonnellate gestite in Italia, il 61% è gestita in impianti collocati nel Nord, mentre la restante parte si suddivide tra Centro Italia (75 mila tonnellate) e Sud e Isole (65 mila tonnellate). 


Movimento ecologista in fermento

Lo sviluppo ecologico della raccolta dei rifiuti in Italia è destinato a migliorare nei prossimi anni, come conferma la leadership italiana in Europa nella partecipazione alla nona edizione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti che ha come obiettivo il coinvolgimento attivo di cittadini, istituzioni, associazioni, scuole e imprese. Le azioni registrate nel nostro Paese sono 4.422, mentre la Francia al secondo posto totalizza 1.798 azioni programmate. Nel 2017 sono cresciuti i singoli proponenti delle azioni, aumentati di oltre il 45% rispetto all’anno scorso, con un importante incremento da parte delle scuole. 

La categoria delle scuole ha registrato l’incremento maggiore nel numero di adesioni, con un numero di partecipanti più che raddoppiato. Non passa inosservata la massiccia adesione siciliana, grazie al coordinamento dell’Ufficio speciale per la raccolta differenziata che ha raccolto oltre 150 azioni: eventi su riuso e riutilizzo, seminari di formazione per il potenziamento della raccolta differenziata e dell’avvio al riciclo, progetti di formazione ambientale nelle scuole e iniziative di pulizia straordinaria del territorio. Seguono, nella classifica regionale, Piemonte, Lazio, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Gran parte delle azioni affrontano i temi della riduzione e prevenzione a monte (90%), raccolta differenziata e pulizia straordinaria del territorio.