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Cresce il digital nella PA

La digitalizzazione non è più un’esclusiva delle grandi città, ma include anche i centri più piccoli, sia al nord che al sud, Risulta da sviluppare l’attività di Open Data, mentre è in crescita l’uso dei Social network

La seconda edizione dell’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo mostra che i comuni italiani sono generalmente incanalati nel percorso di digitalizzazione, senza grandi distinzioni di dimensione o di area geografica. Obiettivo dell’indagine, realizzata da FPA per Dedagroup Public Services, società impegnata nella costruzione delle nuove infrastrutture pubbliche digitali del paese, è un’analisi qualitativa dello sviluppo digitale di 109 comuni capoluogo italiani, così da comprendere l’efficacia delle politiche messe in atto.
L’indagine ha approfondito il livello raggiunto dalle amministrazioni comunali in tre dimensioni: Digital public services, che misura il livello di disponibilità online dei principali servizi al cittadino e alle imprese erogati dai Comuni capoluogo; Digital PA, che misura il livello di integrazione dei Comuni rispetto alle principali piattaforme abilitanti individuate dal Piano triennale per l'informatica pubblica (SPID, PagoPA e ANPR); Digital Openness, che misura il livello di “apertura” dell’amministrazione comunale in termini di condivisione delle informazioni e di comunicazione con il pubblico attraverso l’attivazione dei principali canali social.

Una crescita distribuita equamente
In base alle tre categorie sopra citate, i 109 capoluoghi sono stati collocati in tre momenti di evoluzione digitale: “blocchi di partenza”, “stacco” e “spinta”. Il risultato è una distribuzione quasi equivalente nelle tre classi: 35 comuni sono nella fase “spinta” e hanno raggiunto un buon grado di maturità digitale, 37 si attestano nella fase di “stacco” e altrettanti si collocano ai “blocchi di partenza.
Gianni Dominici, direttore generale di FPA, pone in evidenza due elementi chiaramente emersi dall’analisi: “il primo è l’importanza di “fare rete” con le altre amministrazioni, per raggiungere gli obiettivi definiti dal Piano triennale; il secondo riguarda la “cultura del dato”, un aspetto su cui si deve lavorare ancora molto, visto che anche i Comuni più maturi risultano indietro sia dal punto di vista della quantità che della qualità di dataset rilasciati in formato aperto”.
Tra le 35 amministrazioni con elevata maturità digitale sono incluse tutte le maggiori città italiane, con particolare rilievo per Bologna, Genova, Milano, Roma, Torino, e Venezia che, insieme a Cesena e Pisa, rappresentano il livello più elevato in tutte e tre le dimensioni analizzate. Le altre 27 città elencate nella fascia alta della “classifica” confermano una distribuzione geografica abbastanza regolare su tutto il paese, senza marcate distinzioni di latitudine: si tratta di Arezzo, Bari, Bergamo, Brescia, Cagliari, Cremona, Firenze, Forlì, La Spezia, Livorno, Lodi, Matera, Modena, Monza, Napoli, Palermo, Parma, Pavia, Piacenza, Prato, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Trento, Verbania, Verona e Vicenza.