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Credito al consumo: previsto un forte calo

Il periodo di lockdown ha determinato una frenata degli acquisti di beni durevoli e di immobili, con conseguente discesa delle erogazioni di finanziamenti. La prospettiva è di una lenta ripresa che si concluderà nel 2022

Dopo un 2019 tutto sommato positivo per le erogazioni di credito al consumo, i primi quattro mesi del 2020 registrano un deciso calo dei flussi, specie per i finanziamenti finalizzati per auto e moto (-39%) e i prestiti personali (-32%). Contrazioni più contenute per il credito veicolato tramite carte opzione e rateali (-16.4%) e per la cessione del quinto dello stipendio o della pensione (-17.2%). La causa di questo peggioramento a due cifre è la stasi dei consumi determinata dal lungo periodo di chiusura dovuto al Covid-19, che ha lasciato strascichi di pessimismo e preoccupazione per il futuro con conseguente frenata delle scelte progettuali di individui e famiglie. In questi primi mesi del 2020 è stato più contenuto il calo dei finanziamenti per elettrodomestici ed elettronica - beni necessari all’attività di lavoro e studio da casa - e dei pagamenti tramite carte rateali, dato il forzato ricorso all’e-commerce nel periodo di quarantena. Sono alcune delle informazioni contenute nella 48° edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, che evidenzia anche come nello stesso periodo le erogazioni di mutui immobiliari per finalità di acquisto siano calate del -9,7%, mentre sono in decisa crescita gli altri mutui (+46.3%), trainati da un’ottima performance delle surroghe (+135,5%). La sintesi è di una difficoltà generale per quanto riguarda sia l’erogazione che i consumi delle famiglie, mitigata in entrambi i casi quando si tratta di avvalersi di modalità digitali (sottoscrizione elettronica ed e-commerce).

La discontinuità da lockdown
Il periodo di lockdown e la ripartenza caratterizzata da difficoltà economiche e incertezza ha cambiato gli stili di consumo delle famiglie, con una forte contrazione dei consumi durevoli, in particolare per l’acquisto di autoveicoli, dei beni destinati alla casa e alla cura della persona. Se nel corso del 2019 le erogazioni di credito al consumo erano cresciute al ritmo dell’anno precedente (+5,9% rispetto al 2018), i primi quattro mesi del 2020 hanno registrato una forte frenata delle erogazioni (-28%), che peggiora il trend in leggero calo avviato già a fine 2019.
La riduzione delle erogazioni è stata generalizzata ed ha coinvolto in particolare i finanziamenti finalizzati all’acquisto di veicoli, seguiti dagli altri finanziamenti finalizzati (relativi a settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, energie rinnovabili), che dopo aver trainato il mercato del credito al consumo nel 2019 fanno registrare un calo del -28.5%: nel segmento hanno mostrato una maggiore tenuta gli acquisti finanziati di elettrodomestici ed elettronica – correlati alle nuove necessità emerse di lavoro e studio da casa -, e i finanziamenti destinati agli acquisti di impianti e di beni per l’efficientamento energetico della casa, che hanno beneficiato anche della proroga delle agevolazioni fiscali.
I flussi dei finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione mostrano una discesa più contenuta rispetto alle altre tipologie di prestiti (-17.2%) a causa dei tempi più lunghi di evasione delle pratiche e, in alcuni casi, anche delle tecnologie messe a disposizione dalla rete di agenti in attività finanziaria che ha così potuto seguire la clientela nei mesi del lockdown. Infine, anche le erogazioni via carte opzione e rateali mostrano nei primi quattro mesi del 2020 un calo meno pronunciato rispetto ad altri prodotti (-16.4%), come conseguenza del maggior ricorso in questo periodo ai pagamenti digitali.

Una ripresa dal 2021
Per quanto riguarda il rischio di credito, questo non ha ancora risentito dello shock economico che ha investito il Paese, l’onda arriverà probabilmente nei prossimi mesi e sarà caratterizzata da un tasso di default in salita nel 2021 per poi ridiscendere nel 2022, una volta che la crisi economica sia in via di esaurimento.
In ogni caso, secondo le previsioni dell’Osservatorio, dopo le difficoltà del 2020 dovute agli impatti della pandemia, i flussi di credito alle famiglie riprenderanno a crescere nei successivi due anni, anche grazie alla ripresa del quadro macroeconomico che alimenterà la domanda e a condizioni ancora favorevoli di funding. Se i flussi cumulati di credito al consumo nel 2020 registreranno un significativo rallentamento rispetto all’anno precedente, questo tuttavia si prevede inferiore rispetto a quanto già registrato finora, con un graduale miglioramento nella seconda parte dell’anno dei consumi delle famiglie anche se ancora condizionati dall’incertezza economica. Nel 2021-22 si prospetta un progressivo recupero dei consumi, soprattutto nella componente dei beni durevoli che si rifletterà positivamente sulle erogazioni di prestiti al consumo.