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La Smart Home cresce in Italia

Due terzi degli italiani conoscono le tecnologie digitali per la casa e sono anche in grado di installarle in autonomia. Il mercato si sta distinguendo tra soluzioni impiantistiche e piccoli oggetti connessi, con canali di vendita che possono essere separati. Sempre di più saranno protagonisti i grandi player del web, capaci di offrire soluzioni e di affermare i propri standard

Le tecnologie smart home sono sempre più diffuse e rappresentano un mercato in piena evoluzione. Il salto di qualità sembra essere stato fatto con gli assistenti vocali, protagonisti delle vendite nel 2019 e oggetti capaci fare da “centrale” per la regolazione di tutto gli oggetti connessi della casa. Protagonisti del mercato dell’Internet of thing (Iot) saranno sempre di più le grandi società del web, da Amazon ad Apple fino Google, capaci di mettere in campo grandi risorse e di “dettare le regole” tecnologiche. Uno sguardo d’insieme è fornito dai risultati della ricerca sulla Smart Home realizzata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano.
Il settore smart home in Italia ha raggiunto nel 2019 un valore di 530 milioni di euro, con un aumento del 40% rispetto al 2018, trainato da soluzioni per la sicurezza, home speaker ed elettrodomestici che complessivamente coprono oltre il 60% del mercato. In un confronto con i principali paesi europei l’Italia si trova dietro a Germania e Regno Unito (2,5 miliardi di euro ciascuno) e alla Francia (1,1 miliardi), mentre è davanti alla Spagna (420 milioni di euro).
È un ambito che interessa un numero sempre maggiore di imprese, anche quelle che non hanno le tecnologie nel proprio core business ma possono arricchire di soluzioni digitali i propri servizi o prodotti. Gli esempi sono numerosi e spaziano dal pronto intervento garantito da aziende di vigilanza in caso di tentativo di infrazione, al supporto per la riduzione dei consumi energetici, al riordino automatico dei prodotti di cui si stanno esaurendo le scorte, fino alla possibilità di migliorare l’assistenza agli anziani.

Si distingue il canale impiantistico da quello degli oggetti
In termini di prodotto associato ai servizi di smart home, le soluzioni per la sicurezza si confermano al primo posto in termini di quote di mercato (28%) al secondo posto gli smart home speaker (18%) che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa. Crescono anche gli elettrodomestici (16% del mercato), di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart (il 35%). Al quarto posto si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico e comodità (12%). Seguono le casse audio (9%) e le lampadine connesse (7%), spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.
Il 2019 segna il sorpasso dei nuovi canali di vendita sulla filiera tradizionale (gli installatori) che, pur in crescita del +9% come valore (210 milioni di euro), passa in un anno dal 50% al 39% di quote di mercato. A trainare il settore negli ultimi dodici mesi sono gli e-retailer (150 milioni di euro, +90%) e i venditori multicanale (100 milioni, +39%), che sulla spinta delle vendite degli assistenti vocali coprono complessivamente il 47% del mercato.
Tra i canali emergenti si segnalano i primi casi di distributori che hanno dato vita a veri e propri showroom dedicati alla smart home e i produttori che utilizzano la vendita online verso il consumatore finale. Il 2019 è stato positivo anche per le telco, che hanno aperto a nuovi servizi (come i dispositivi per localizzare gli animali domestici e i wearable per monitorare gli anziani), mentre utility e assicurazioni mantengono un peso marginale nel mercato (appena il 4% complessivo).

Consumatori competenti e selettivi
Circa 2 italiani su 3 utilizzano tecnologie smart a casa propria, mentre l’altro terzo pare tendenzialmente disinteressato a queste possibilità.
Le soluzioni di smart home sono conosciute ai consumatori italiani: il 68% del campione intervistato per la ricerca ha sentito parlare di “casa intelligente”, il 63% conosce il termine domotica (ma le quote sono del 77% e 65% fra gli under35). La diffusione degli oggetti smart nelle case italiane è di poco superiore al 40% (stabile rispetto al 2018) e tra gli interessati aumenta il numero di dispositivi posseduti, in particolare sensori per porte e finestre (presenti nelle case del 16% del campione), telecamere (15%), altoparlanti e casse audio (14%), videocitofoni e serrature (12%), soluzioni per il riscaldamento (9%), assistenti vocali (8%), lampadine (8%), grandi elettrodomestici (7%) e caldaie (6%).
Cresce il numero di consumatori in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati (64% dei rispondenti) e l’utilizzo delle funzionalità smart da parte degli utenti (65%) mentre le motivazioni più frequenti che frenano ancora l’uso di sistemi Iot sono l’eccessiva complessità (18%), la mancata percezione dei benefici (10%) e la difficoltà a utilizzare le app per la gestione (6%). Nonostante la buona crescita del mercato, sono ancora relativamente pochi i consumatori interessati ad acquistare prodotti per la smart home in futuro (37%). In termini di prodotti, i più richiesti sono le soluzioni per il riscaldamento (23% dei rispondenti) e i grandi elettrodomestici (21%), seguite da lampadine (15%), telecamere (15%) e caldaie (12%).
In parallelo con il mercato, crescono anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy, con il 54% che si dichiara restio a condividere i propri dati personali (in crescita del 3% rispetto al 2018).