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Le Srl hanno guidato la crescita

Secondo l’Osservatorio sui bilanci delle società a responsabilità limitata, nell’ultimo triennio i tassi delle imprese sono stati positivi. I risultati per addetti e fatturato sono migliori nelle grandi aziende, mentre le micro evidenziano più difficoltà

La leggera crescita del Pil italiano registrata lo scorso anno è probabilmente frutto delle società a responsabilità limitata. L’Osservatorio sui bilanci delle Srl, pubblicato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, offre un’analisi delle società italiane divise per dimensione e per settore, mostrando uno spaccato economico tendenzialmente positivo per il 2018 sui principali indicatori economici. All’interno del dato complessivo vanno fatte però delle distinzioni dimensionali, che mostrano le piccole, e soprattutto le micro, imprese in difficoltà rispetto alle medie e grandi che navigano in acque più tranquille.
Sul totale delle aziende analizzate – circa 866mila - i macro dati mostrano anche per il 2018 tassi positivi di crescita per i ricavi (+6,3%), il valore della produzione (+6%), il valore aggiunto (+5,7%) e il numero degli addetti (+3,8%), anche se tutti in leggera contrazione rispetto agli aumenti registrati l’anno precedente. Positiva invece, rispetto al 2017, la quota di Srl che a fine 2018 hanno chiuso il bilancio in utile, e che è pari al 71,6%, in crescita di 1,3 punti percentuali. La crescita tocca seppure in maniera differenziata tutti i settori produttivi con distinzioni non trascurabili: costruzioni, trasporti e servizi professionali vanno meglio rispetto al 2017, rallentano invece industria, commercio, ristorazione e alberghiero.
Meglio i trasporti e le grandi imprese
Una seconda analisi ha limitato il campione alle imprese che avevano presentato i bilanci in tutto il triennio 2016-18, passando da 866mila e 360mila aziende considerate: a livello di settori produttivi, il gruppo risulta composto per il 31% da servizi professionali, finanziari e assicurativi, 20,9% commercio, 16,5% da industria, 13,5% costruzioni, 5,3% ristoranti e alberghi, 2,8% trasporti, 10% altri settori, mostrandosi fortemente sbilanciato sul terziario.
In questo gruppo nel 2018 si è verificato nel complesso un aumento degli addetti (+3,8%), del fatturato (+6,3%), del valore della produzione (+6%) e del valore aggiunto (+5,7). L’analisi dimensionale vede però una forte differenza tra i segmenti: le micro imprese mostrano una fase di contrazione (addetti -7,3%, fatturato -0,6%), sostanziale stabilità per le piccole, mentre sono positivi i dati delle medie (addetti +5,5% fatturato +4,3%) e delle grandi imprese (addetti +8,3% fatturato +9,6%).
Anche l’analisi per settore mostra delle distinzioni significative. Tra 2017 e 2018 i tassi di crescita favoriscono nell’ordine i trasporti (addetti +12,5%, valore della produzione +8,3%), servizi (addetti +5,3%, vdp +6,8%), costruzioni (addetti +3,9% vdp +6,6%), ristoranti e alberghi (addetti (+5,5% vdp +5,5%) commercio (addetti +4,1%, vdp +5,6%) e industria (addetti +2,2 vdp +5,25%).
In sintesi l’Osservatorio accredita le migliori performance alle grandi imprese (con ricavi superiori a 10 milioni) che, per quanto riguarda la variazione degli addetti, registrano un forte incremento soprattutto nell’edilizia (+21,1%), negli alberghi e ristoranti (+13,6%) e nei servizi professionali (+12,1%), mentre rispetto alla crescita di fatturato è al primo posto il segmento grandi imprese del settore edile (+18,7%), seguito dai servizi (+13,6%) e dagli alberghi e ristoranti (+10,9%).