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Come ritrovare nuove strade professionali

È possibile rientrare nel mondo del lavoro in poco più di sei mesi, se aiutati con servizi di outplacement. Ma restano cruciali l’aggiornamento delle competenze e il network di conoscenze

Otto persone su dieci hanno ritrovato lavoro in poco più di sei mesi, più del 50% con impiego tipo dipendente, con una crescita di 3 punti percentuali per i contratti a tempo indeterminato per tutte le categorie: 1 dirigente su 4 ha avviato attività micro-imprenditoriali, in aumento i quadri. Fondamentale per tutte le figure professionali è stata la capacità di attivare il proprio network di contatti (68%). Questa in sintesi l’analisi di Intoo, società di Gi Group specializzata nei processi di sviluppo e transizione di carriera, che ha analizzato i risultati ottenuti nel 2018 complessivamente da 2.334 persone, quasi la metà (47%) nella fascia 40- 50 anni e suddivise tra 401 dirigenti, 465 quadri e 1.468 tra impiegati e operai, nel ricollocamento supportato da programmi di outplacement.
I casi monitorati hanno dimostrato che si può ritrovare occupazione o identificare una strada professionale alternativa autonoma riuscendo a fare un importante lavoro sulle proprie job skill, identificando le competenze distintive, integrandole e aggiornandole dove necessario per riproporsi nel modo più mirato, indipendentemente dal livello gerarchico.

Ricollocamento come lavoro dipendenti
I dati di Intoo rivelano che ricollocamento come lavoro dipendente (a tempo determinato/indeterminato) è migliorata per i dirigenti (dal 53 al 56%), mentre è un po’ diminuita per quadri (dal 73 al 70%) e impiegati/operai (dall’82% all’81%). Tuttavia per tutti sono aumentati i contratti a tempo indeterminato (dal 38 al 41% per i dirigenti, dal 40 al 43% per i quadri, dal 22 al 26% per impiegati/operai).
Si sono leggermente ridotti i tempi per raggiungere una nuova occupazione (6,3 mesi in media rispetto ai 6,5 del 2017), stabile la percentuale di successo di oltre l’85% e le Pmi si confermano bacino prevalente di destinazione.

I settori di destinazione e mobilità
Metalmeccanico, ICT/Telecomunicazioni, farmaceutico/medicale sono stati le aree di provenienza della maggior parte dei profili analizzati da Intoo. Tra gli ambiti principali di ricollocazione si confermano il metalmeccanico, l’ICT/Telecomunicazioni, i servizi, i servizi B2B e la consulenza aziendale, riferendosi ad aziende in prevalenza di medie dimensioni. Un dato non trascurabile è quello relativo alle figure manageriali, che in più di un caso su quattro (26%) hanno trovato un nuovo posto di lavoro nelle multinazionali.
I dati confermano inoltre la possibilità per chi è alla ricerca di una ricollocazione di mobilità su settori differenti rispetto a quello di partenza intorno al 60%. E’ il caso delle figure impiegatizie-operaie per lo più trasversali, e in particolare per profili amministrativi, di back office commerciale/gestione ordini, di custodia e logistica. Scarsa mobilità settoriale persiste, invece, ancora su ruoli più alti, che vengono presi in considerazione solo da aziende dello stesso comparto.

Una nuova vita: microimprese e freelance
Tra le modalità di ritorno al lavoro i casi di microimprenditorialità sono l’opzione immediatamente presa in considerazione dopo aver perso il lavoro di tipo dipendente per tutte le categorie. In questo spaccato, in oltre un caso su 5 si decide di avviare una propria società di consulenza (22%) e tra le diverse formule si annoverano anche attività in franchising (5%), di artigianato o come agenti di commercio (3%). Nel dettaglio, un dirigente su quattro è riuscito ad avviare microimprese (25%), in aumento i casi tra i quadri dal 15 al 18%.
Per un dirigente su 5 (19%) e per un quadro su 10 (12%), invece, il ritorno all’occupazione è avvenuta anche attraverso Contratti Atipici/Partita Iva come freelance; da segnalare che il 50% stabilizza il rapporto di lavoro entro i due anni successivi.

Networking e personal branding
Il canale di ricollocazione di maggior successo per tutte le figure professionali è stato il networking (nel 68% dei casi, in crescita di 5 punti sul 2017 e con punte del 77% per i dirigenti) inteso come la capacità di gestire e attivare al meglio la propria rete di conoscenze al fine di acquisire informazioni e suggerimenti anche in modo informale sulle ricerche di personale che non vengono promosse tramite inserzioni.
Grazie al supporto professionale di outplacement le persone sono in grado di massimizzare l’attività di relazione e mappatura del mercato, allargando il proprio bacino di contatti e utilizzando in modo più corretto anche le società di ricerca e selezione e la propria autocandidatura, i canali utilizzati subito dopo il network.