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Il Regno Unito ha proclamato l’emergenza climatica

Alla Camera dei Comuni passa la mozione presentata dall’opposizione laburista. Corbyn: “viviamo una crisi globale: non c’è tempo da perdere”

Dichiarare formalmente uno stato di “emergenza climatica” e accelerare il cammino verso una svolta verde in Gran Bretagna: è l’obiettivo della mozione approvata lo scorso primo maggio dal parlamento del Regno Unito su proposta del leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn alla Camera dei Comuni, e sostenuta dai movimenti ecologisti che l’avevano invocata in una serie di manifestazioni di piazza fino a oggi
Secondo Corbyn, “non c’è tempo da perdere: viviamo una crisi globale legata a cambiamenti del clima provocati anche dall’uomo che rischia di sfociare pericolosamente in una spirale fuori controllo, a meno di azioni rapide e marcate”.
La sfida laburista al governo Tory punta fra l'altro a un livello zero di emissioni nocive prima della data finora indicata del 2050 e all’incremento delle fonti rinnovabili. E si ricollega alle proteste ambientaliste di Londra di questi giorni, nonché all'incontro avuto a Westminster con la giovane attivista svedese Greta Thunberg. A sostegno dell'iniziativa sono oggi di nuovo in piazza manifestanti di gruppi ecologisti radicali come Greenpeace ed Extinction Rebellion, e della sinistra giovanile britannica come Momentum. L’emergenza climatica è stata già proclamata dal Comune di Londra su proposta del sindaco laburista, Sadiq Khan, e annunciata dai governi locali di Scozia e Galles.
Nel dibattito alla Camera, il ministro dell’Ambiente, Michael Gove, rispondendo a Corbyn ha riconosciuto l’esistenza di un’emergenza, ma non si è spinto fino ad appoggiare la mozione. “Questo può essere l’inizio di una serie di azioni – ha detto alla fine Corbyn a una folla di ambientalisti - prendiamo l'impegno di lavorare con altri Paesi per allontanare la catastrofe climatica e per rendere chiaro a Donald Trump che non può ignorare gli accordi internazionali”, ha concluso.