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AI, gli Usa verso la regolamentazione

Presentata a Washington la prima bozza di legge per garantire uno sviluppo etico della tecnologia: nel mirino finiscono soprattutto gli effetti collaterali, e spesso discriminatori, degli algoritmi

Anche gli Stati Uniti si apprestano a introdurre una disciplina sull’intelligenza artificiale: all’indomani dello stop al comitato etico promosso da Google, è stata infatti presentata a Washington una bozza di legge che punta a garantire il sano sviluppo della tecnologia.
La proposta, chiamata Algorithmic Accountability Act, prevede per le big companies un obbligo di controllo sugli algoritmi e, in particolare, su eventuali effetti collaterali o discriminatori che possono scaturire dall’utilizzo della tecnologia. Si punta in sostanza a evitare che in futuro possano ripetersi episodi come quello dell’hiring tool di Amazon, che penalizzerebbe le candidate donna, o di alcune piattaforme di riconoscimento facciale che risulterebbero meno accurate con le donne di colore. Se approvata, la norma conferirà poteri di vigilanza e regolamentazione alla Us Federal Trade Commission, l’agenzia che si occupa di tutela dei consumatori e disciplina antitrust.
Il passo era atteso, innanzitutto per l'elevata presenza di imprese che si stanno occupando di intelligenza artificiale. E poi per il ruolo che gli Stati Uniti stanno avendo nello sviluppo del settore. Lo scorso febbraio, tanto per citare un caso, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per promuovere gli investimenti in ricerca e sviluppo nell’ambito dell’intelligenza artificiale: l’obiettivo dell’American Ai Initiative, questo il nome scelto per il decreto, è quello di garantire che “tutte le grandi invenzioni legate all'intelligenza artificiale siano fatte negli Stati Uniti”.
La proposta, accolta con favore fra gli esperti del settore, si presenta come il primo passo di un più ampio piano di regolamentazione dell’intero settore dell’innovazione. La prossima misura riguarderà probabilmente la lotta a fake news e deep fake, poi sarà la volta del contrasto alle iniziative prese dai tech giant per indurre i consumatori a cedere i propri dati.