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Il medico a distanza: un potenziale da sviluppare

La telemedicina rappresenta una frontiera per il settore sanitario: supportata dallo sviluppo del web e delle tecnologie innovative, è invece frenata in Europa e in Italia soprattutto dalla mancanza di chiarezza legislativa

Di telemedicina si parla da decenni, ma oggi con le potenzialità del digitale e delle nuove tecnologie potrebbe avere uno sviluppo importante e un utilizzo quotidiano. I campi di applicazione sono molteplici, ma tra essi si possono distinguere due macro aree: i servizi collegati alla gestione di patologie croniche in situazione di routine, e i servizi legati invece ad un supporto a distanza su interventi in situazioni critiche o di emergenza. Un esempio in questo senso è l’adozione, negli Stati Uniti, di una strumentazione di collegamento a distanza sui mezzi di soccorso che consente, in caso di necessità, di mettere in contatto un medico specializzato con il personale presente in vettura (paramedici, infermieri, volontari) per intervenire in maniera adeguata sulla persona assistita.

In Italia, ma anche in Europa, la distanza dai livelli statunitensi è molto ampia: il business mondiale della telemedicina nel 2016 ha raggiunto un valore di 2.500 milioni di dollari, metà dei quali generati negli Usa dove si moltiplicano gli investimenti da parte di privati e di multinazionali come Google. 


Tanti vantaggi ma manca una legge  

In tempi di tecnologie pervasive, la consultazione a distanza può portare con sé notevoli vantaggi, sia dal punto di vista sanitario che dell’organizzazione di tempi e metodi del lavoro: oltre agli interventi di emergenza, è possibile ridurre i tempi di diagnosi, evitare ad alcuni malati di recarsi in ospedale per controlli, ma anche allargare l’esperienza consulenziale a più strutture ospedaliere e permettere ai medici di assistere un numero superiore di pazienti. 

Ma mentre negli Usa la pratica della telemedicina è molto diffusa, in Italia ci si limita al momento ad alcuni tentativi di sperimentazione da parte di centri ospedalieri. Le ragioni di un divario così ampio con la realtà di oltreoceano è determinata da una serie di fattori: in primo luogo, la bassa densità abitativa di molte zone rurali degli Stati Uniti ha favorito lo sviluppo di sistemi di collegamento via internet, va poi considerato che l’offerta di servizi medici negli Usa è prevalentemente di tipo privatistico, più attenta al servizio ad un paziente che è soprattutto cliente e ad investimenti che consentono di aumentare l’efficienza contenendo i costi. 

Ma l’aspetto determinante è probabilmente quello normativo, con lacune legislative sia a livello nazionale che europeo: oltre ad un’adeguata normazione operativa sugli strumenti e i metodi di telemedicina, mancano, ad esempio, anche indicazioni specifiche sulla gestione dei dati sensibili raccolti. Un aspetto che va poi trattato con attenzione riguarda il rischio cyber connesso all’utilizzo della rete per le consultazioni a distanza.