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Gli smartphone minacciano l’ambiente

Uno studio dell’università canadese McMaster ha confrontato l’impatto dei principali device della comunicazione. Il risultato: entro il 2020, i telefonini di ultima generazione inquineranno più di laptop e Pc

Parlare, chattare, navigare… inquinare. Una sequenza logica che può sintetizzare i risultati di una ricerca dell’università canadese MacMaster che dal 2005 studia l’impatto ambientale dei principali device. Più i telefonini diventano intelligenti, tanto più impattano sulla salute del nostro pianeta. Entro il 2020, il consumo energetico di smartphone sarà superiore a quello di Pc e laptop. A salvare gli smartphone non basta il basso consumo energetico necessario per il funzionamento, perché l’85% delle emissioni deriva dalla produzione. Chip e scheda madre di uno smartphone richiedono la maggior quantità di energia durante il ciclo di produzione, perché sono costituiti da metalli preziosi, che vengono estratti a un costo elevato. Non solo. Gli smartphone impattano di più sull’ambiente perché gli incentivi delle compagnie telefoniche portano i consumatori a cambiare i telefonini con una maggiore frequenza, ogni due anni circa, un livello ritenuto insostenibile per l’ambiente. Come se non bastasse, i telefonini sono anche più soggetti a guasti, derivanti spesso da cadute, rotture di display o errori di sistema. Problemi che sono facilmente riscontrabili nella vita di tutti i giorni. Tutto questo riduce sensibilmente il ciclo di vita degli smartphone, che guida l'ulteriore produzione di nuovi modelli e generano una ingente quantità di rifiuti.

Il ruolo delle fonti rinnovabili
Da quanto si legge nello studio, a rendere più inquinanti gli smartphone c’è anche il collegamento con i dati centre. Per ogni messaggio di testo, telefonata, ogni video caricato e scaricato passa da un centro dati che supporta la comunicazione degli smartphone. Tutto questo richiede energia, che in buona parte continua a essere alimentata da fonti fossili. Una buona notizia tuttavia c’è: i data center di Google e Facebook saranno presto gestiti con energia rinnovabile. Per l’università canadese si tratta di una scelta virtuosa che dovrebbe essere sostenuta dalla politica in modo che tutti i data center seguano l'esempio.