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Avvocati italiani alla svolta digital

Le banche dati digitalizzate sono patrimonio ormai della stragrande maggioranza degli studi legali. Restano le perplessità sulle tecnologie cloud

Gli avvocati italiani sono sempre più digital. Almeno secondo un'indagine Doxa realizzata per Giuffrè Editore ed eseguita su un campione di 400 studi legali sparsi sul territorio nazionale. L'83% degli studi italiani intervistati utilizza banche dati digitali per la consultazione di leggi e sentenze e ben il 94% dei professionisti ha usato software che consentono la creazione della busta telematica e il deposito in cancelleria degli atti giudiziari. 

Sul fronte delle tecnologie cloud, invece, l'analisi di Doxa mostra una situazione ancora poco delineata: gli studi non sembrano ancora molto convinti di archiviare e gestire dati e contenuti nei server virtuali. Preoccupano, come è facile capire, le questioni relative a sicurezza e riservatezza dei dati personali dei clienti. 

Il 41% degli avvocati ha espresso il timore di non poter garantire la riservatezza dei documenti, mentre per il 35% restano ancora troppo alti i rischi legati al cyber crime. Queste incertezze permangono nonostante la promulgazione della recente normativa sulla conservazione sostitutiva degli atti digitali in archivi cloud certificati, passaggio necessario perché non perdano di efficacia giuridica.

I professionisti del foro sono molto propensi a utilizzare device integrati per consultare documenti e la giurisprudenza e allo stesso tempo li utilizzano come guida nella stesura degli atti.