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Lavoratori italiani sempre più “agili”

Lo smart working coinvolge nel nostro Paese otto lavoratori su cento, secondo l’osservatorio del Politecnico di Milano. E’ un fenomeno in crescita che promette importanti benefici per le imprese e i lavoratori

Anche grazie alla spinta della nuova legge sul Lavoro Agile, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 22 maggio di quest’anno, sono cresciute nel 2017 le sperimentazioni nelle imprese: progetti strutturati di smart working si trovano nel 36% delle grandi aziende, nel 7% delle Pmi e nel 5% delle pubbliche amministrazioni. In Italia oggi i lavoratori interessati dal fenomeno sono 305.000, l’8% del totale, in crescita del 14% rispetto allo scorso anno e addirittura del 60% se li si confronta con le rilevazioni del 2013. Sono i dati della ricerca dedicata al tema dell’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano.


Benefici per tutti gli stakeholder

Smart working significa maggiore autonomia nella scelta delle modalità di lavoro in termini di luogo, orario e strumenti utilizzati. I lavoratori che ne usufruiscono, ad esempio, godono di una maggiore mobilità: passano meno tempo in azienda e sono meno legati ad una singola postazione e sede. Usufruiscono di più libertà anche in termini di orari lavorativi, il che consente una più semplice conciliazione con gli impegni della vita privata. Per questi motivi, la maggiore autonomia nella scelta delle modalità di lavoro si traduce in un’aumentata soddisfazione nei lavoratori, che percepiscono maggiore padronanza dei propri compiti e sicurezza nelle proprie competenze. A supporto, la ricerca rileva che soltanto l’1% degli smart worker si ritiene insoddisfatto della propria posizione (contro il 17% degli altri lavoratori) e la metà degli intervistati ne è pienamente soddisfatta (22% per gli altri). Inoltre tre lavoratori su quattro hanno un buon rapporto con i colleghi e con il capo (contro una media del 16%), segno che lavorare in modo più “intelligente” facilita anche la comunicazione e i rapporti all’interno dell’azienda. 

Per le imprese, i principali benefici si misurano in termini di riduzione dell’assenteismo, abbattimento dei costi per gli spazi fisici e miglioramento dell’efficienza: le ricerche mostrano che implementare un modello maturo di lavoro agile può portare un incremento di produttività pari a circa il 15% per ogni lavoratore. Proiettando l’impatto a livello complessivo di sistema Paese, considerando che i lavoratori che potrebbero fare smart working sono almeno 5 milioni, l’effetto dell’incremento della produttività del lavoro si può stimare intorno ai 13,7 miliardi di euro. Una cifra di assoluta rilevanza, derivante da un’innovazione delle modalità lavorative che oggi spesso si scontra non tanto con ostacoli concreti quanto con mentalità imprenditoriali legate alla tradizione.