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Un miliardo di veicoli elettrici sulle strade

Per Morgan Stanley, entro il 2050, il 70% dei veicoli venduti nel mondo sarà alimentato da batterie. Una rivoluzione che impone cambiamenti nell’intera filiera automobilistica e nella rete di distribuzione di energia elettrica

Il mercato della auto elettriche vivrà un vero e proprio boom nei prossimi anni. Secondo Morgan Stanley, entro il 2050 sulle strade del mondo troveremo più un miliardo di veicoli elettrici a batteria, ossia lo stesso numero dei veicoli alimentati con un motore a combustione interna. Questo livello sarà la naturale conseguenza dell’evoluzione delle vendite nei prossimi anni. Secondo Harald Hendrikse, equity analyst for european autos & shared mobility di Morgan Stanley, la svolta è prevista dopo il 2020, con il lancio dei nuovi prodotti: le auto elettriche raggiungeranno il 9% del mercato entro il 2025 e il 16% entro il 2030. Più il mercato accetterà l’innovazione, più gli acquisti si moltiplicheranno. Così le vendite di veicoli a batteria toccheranno il 51% del mercato entro il 2040, fino a sfiorare il 70% entro il 2050. A favorire la svolta ecologica, ci sarebbero le legislazioni nazionali sempre più stringenti in merito alle emissioni degli autoveicoli, provocando maggiori costi per i motori a combustione interna. Nuovi standard sulle emissioni potrebbero imporre costi più alti per la produzione e la ricerca, riducendo i margini di profitto per le case automobilistiche. Inoltre sta drasticamente aumentando la sensibilità sulle conseguenze dell’inquinamento dei veicoli sulla salute dell’uomo. Si prevede così una transizione che inciderà sia sui fornitori di componenti e semiconduttori, che sui produttori di materie prime e di sostanze chimiche. Fino ad oggi i costi delle batterie sono stati uno dei principali ostacoli all'aumento della penetrazione di veicoli elettrici. Negli ultimi cinque anni, secondo Morgan Stanley, i costi delle batterie sono scesi di quasi il 30% l'anno, grazie all’affermazione delle economie di scala. Il modello di riferimento è offerto dai pannelli solari: dal 1990, il costo per watt per i pannelli solari è calato del 90%, come conseguenza di maggiori investimenti per creare migliori tecnologie e rendere più economica la produzione. Eppure, nonostante decenni di sviluppo, le batterie veicolari rimangono ancora costose, pesanti e prive di capacità a lungo raggio.

Ridurre il rischio del prezzo del metallo
Il cammino dell’innovazione è tutt’altro che facile e scontato. La principale voce di costo delle batterie è data dal prezzo dei materiali di cui sono composte le celle. Secondo Harald Hendrikse "circa la metà del costo dei componenti della batteria è nel catodo, il terminale attraverso il quale scorre la corrente elettrica. I miglioramenti nella densità energetica del catodo ridurranno la quantità di metallo richiesta per kilowattora, riducendo così il fabbisogno di metallo e il rischio del suo prezzo". È proprio il prezzo che nel breve periodo potrebbe creare difficoltà alla diffusione dell’auto elettrica. I fabbricanti di catodi si stanno preparando per sostanziali aumenti di produzione, ma questo potrebbe portare a un incremento dei prezzi di materie prime come rame, cobalto e litio. 

Il futuro della rete di ricarica
Vincitori e vinti. La rivoluzione del mercato dell’auto creerà nuove opportunità per alcuni fornitori poiché i nuovi prodotti  hanno in genere prezzi più elevati, quindi maggiori margini. Questo potrebbe spingere i vecchi fornitori legati ai motori a combustione interna a ostacolare l’evoluzione del mercato. Il principale problema derivante dall'adozione in massa di veicoli elettrici è nei necessari investimenti per le infrastrutture di ricarica. Per Morgan Stanley, non è chiaro quale debba essere l’impegno pubblico per la fornitura di punti di ricarica per alimentare la flotta di auto elettriche. Si prevede che questo varierà a seconda della maturità dei singoli mercati nazionali. Una possibile soluzione potrebbe essere nell’affermazione di stazioni pubbliche sponsorizzate dalle case automobilistiche e disponibili solo ai conducenti dei loro veicoli. Poi ci saranno quelle finanziate e gestite da governi o enti pubblici. Un’altra incognita è la modalità di pagamento: il modello potrebbe essere quello della telefonia, con abbonamenti fissi mensili che garantiscono ricariche illimitate. Nella maggior parte dei mercati, non esiste una vasta infrastruttura per ricaricare i veicoli elettrici in movimento, paragonabile alle stazioni di servizio. Per rispondere all’incremento di domanda di energia elettrica di 500 milioni di veicoli, Morgan Stanley stima una spesa di 2.700 miliardi di dollari in infrastrutture di ricarica.

Il nodo della domanda di energia
Auto elettriche significa aumento delle domanda di energia elettrica. Per Morgan Stanley, il vero nodo sarà l’aumento della domanda di energia per ricaricare le batterie, soprattutto in rapporto all’affermazione delle fonti rinnovabili, come quella del sole e vento. Il picco di produzione di energia da pannelli fotovoltaici è a mezzogiorno, mentre è di notte per il vento. La domanda di energia raggiunge invece il massimo di mattina e di sera. Per questo, con la mancanza di capacità di stoccaggio della rete elettrica (è il caso degli Stati Uniti), le centrali elettriche convenzionali, comprese quelle alimentate a gas, rappresentano la fonte di energia elettrica ancora più affidabile. Per aggirare il problema sarà necessario aumentare le unità di immagazzinamento di energia, in modo da rispondere ai picchi della domanda. Morgan Stanley prevede che la domanda di storage passerà da un mercato inferiore a 300 milioni di dollari l'anno fino a 4 miliardi di dollari nei prossimi due o tre anni. Le aziende che creano le unità di storage sono i probabili vincitori, perché potrebbero integrare il loro sviluppo con quello delle energie rinnovabili, rinviando costosi progetti di trasmissione e distribuzione di energia. Per Morgan Stanley il futuro della rete è in una sorta di "plug and play": energia a basso costo, a disposizione dei consumatori secondo le necessità.