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Occupazione, vicini ai livelli pre-crisi

Il numero di lavoratori si avvicina a quello del 2008, ma resta il divario con i paesi industrializzati

La ripresa accelera in Italia, e il tasso di occupazione inizia a recuperare il terreno perduto negli anni della crisi. Secondo il rapporto Il mercato del lavoro: verso una lettura integrata, pubblicazione curata da Istat, Inail, Inps, ministero del Lavoro e Anpal, i dati sull’occupazione stanno progressivamente tornando ai livelli registrati prima della crisi. “Nel primo semestre del 2017 il numero di occupati si è avvicinato ai livelli del 2018”, si legge nel rapporto. Occupazione stabile e di qualità, visto che risulta “cresciuta significativamente l’occupazione a tempo indeterminato che nel secondo trimestre dell’anno ha raggiunto, nonostante il rallentamento recente, un livello molto vicino al massimo di 14,966 milioni”. Alla base del risultato, sottolinea il rapporto, ci sarebbero soprattutto i provvedimenti di
decontribuzione introdotti per favorire la stabilizzazione del lavoro.

Le zone d’ombra, tuttavia, restano. A cominciare da un monte ore di lavoro che rimane ancora distante dai livelli pre-crisi. E da differenze intergenerazionali che si sono acuite negli anni della crisi. Ancora aperto, poi, il confronto con l’estero: stando all’ultima statistica dell’Ocse, il tasso di disoccupazione nell’area si attesta a 5,6%. L’Italia resta distante, con un indicatore fermo all’11,1% che la rende il fanalino di coda dei paesi industrializzati: peggio di noi, come ormai vuole il mantra delle statistiche economiche, solo Spagna (16,7%) e Grecia (20,6%).