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Sanità integrativa, soddisfatto il 92,2% degli iscritti San.Arti

Una ricerca conferma il successo del Fondo di assistenza per i lavoratori dell’artigianato. Le lunghe liste d’attesa nel Sistema sanitario pubblico rappresentano la maggiore preoccupazione per il campione intervistato. Per il futuro si chiede più prevenzione oncologica e cardiologica

La sanità integrativa piace agli artigiani italiani. San.Arti ha promosso una intervista a 400 iscritti al fondo che nel complesso hanno manifestato un alto livello di gradimento verso i servizi ricevuti. La ricerca è stata presentata da Alessandra Ghisleri di Euromedia Research in occasione del convegno “Diamo lustro alla Sanità”, svoltosi a Roma. Il campione è stato diviso in due gruppi: consapevole dell’iscrizione (95,5% degli intervistati) e inconsapevole (il 4,5% è iscritto senza saperlo). 

La diversa esperienza dei due gruppi ha portato l’intervista a porre domande diverse. Per il primo gruppo, il primo focus è stato il riscontro qualitativo sui servizi ricevuti. Il 43,1% si mostra molto soddisfatto, mentre il 49,1% è abbastanza soddisfatto. Il valore complessivo è di tutto rispetto: il 92,2% apprezza il lavoro del Fondo. Meno caloroso il giudizio sul grado di copertura del fondo, l’ottenimento di informazioni, la copertura della rete, le franchigie e la facilità di contatto con personale front-office. In media i voti sono sopra la sufficienza (3,34 su 5), con l’assenza sia di giudizi entusiastici che di giudizi negativi. Solo la copertura della rete ottiene un giudizio discreto (3,53 su 5). In un’ottica di ampliamento dell’offerta da parte di San.Arti, gli iscritti vorrebbero maggiori opportunità nella prevenzione oncologica e cardiologica. Dal secondo gruppo costituito dagli “inconsapevoli” dell’iscrizione, la ricerca ha voluto capire le aspettative di servizi offerti da un fondo di assistenza sanitaria. Oltre sette iscritti su dieci (il 73,7%) si mostrano sensibili al tema della prevenzione oncologica, check-up per prestazioni diagnostiche particolari (68,4%); a parità con il 63,2% le aspettative verso visite specialistiche e psicoterapia, trattamenti fisioterapici, prevenzione oncologica. Più basse le aspettative verso ricoveri in istituti di cura con intervento chirurgico. 


Domande sul gradimento del Ssn hanno coinvolto entrambi i gruppi. Il 63,5% si fida della sanità pubblica, anche se solo il 5% dichiara di avere “molta” fiducia. Di conseguenza gli iscritti che non hanno fiducia sono uno su tre (34,3%). Su un punteggio da uno e cinque, la media di voti dati alla sanità pubblica italiana è 3,09%, punteggio poco più che sufficiente. Nel Sistema sanitario pubblico, le lunghe liste d’attesa rappresentano la maggiore preoccupazione per il campione intervistato (63,3%). L’efficienza generale del Ssn preoccupa meno di un intervistato su cinque (18,5%); al terzo posto, preoccupa la qualità del personale medico e sanitario. Infine, solo due intervistati su 100 sono preoccupati delle qualità dei macchinari e della qualità delle strutture. Dovendo far ricorso a una visita specialistica, un intervento, una prestazione sanitaria, il 48,2% opterebbe per la sanità privata, con una prevalenza delle donne (contro il 42,8%, in prevalenza uomini, che sceglierebbe la sanità pubblica).