italiani-sani-ma-per-quanto-a-lungo

Italiani sani, ma per quanto a lungo?

Livelli di salute superiori alla media europea, ma restano ombre sul futuro

Bene ora, ma in futuro? Stando ai numeri del Rapporto Meridiano Sanità elaborato da The European House – Ambrosetti, in Italia i livelli di salute si confermano ben al di sopra della media europea: l’Indice dello stato di salute si attesta a 6,1, dietro alle sole Spagna (6,3) e Svezia (6,8). Particolarmente positive le performance registrate su aspettativa di vita e tassi di mortalità, con il nostro Paese che si afferma a livelli di eccellenza. Luci insomma, ma anche parecchie ombre. Che rischiano di avere pesanti ripercussioni sulla salute delle future generazioni.

Una prima criticità è data dall’aspettativa di vita: si vive sempre più a lungo, ma non si vive bene. Gli anni vissuti in cattive condizioni di salute, secondo i dati della ricerca, sono aumentati di 4,2 anni nell’ultimo decennio attestandosi a quota 20 anni. Alla base del risultato ci sarebbero le patologie non trasmissibili e croniche che si accompagnano all’invecchiamento dell’età: Alzheimer e demenze, oltre che tumori al polmone e alla mammella, si impongono come i principali responsabili dei cosiddetti anni di vita perduti per disabilità e morte prematura. Patologie che, non da ultimo, comportano già un esborso considerevole in termini di costi correlati, sia diretti che indiretti. E che potranno aumentare ulteriormente nei prossimi anni con l’invecchiamento generalizzato della popolazione.

Altro elemento critico è il funzionamento del sistema sanitario: non a caso, l’Indice di mantenimento dello stato di salute per l’Italia si ferma a 5,5, ben al di sotto del 5,9 che costituisce la media europea. A pesare sono soprattutto la scarsa capacità di risposta del sistema sanitario, l’inappropriatezza delle prestazioni e il livello di risorse economiche a disposizione. Le coperture vaccinali, tanto per citare un caso, restano al di sotto delle soglie indicate dall’Oms e incapaci di garantire quell’immunità di gregge che garantisce protezione all’intera comunità. Cresce poi il problema dell’elevata resistenza dei batteri agli antibiotici, effetto perverso dell’elevatissimo consumo di antimicrobici che si registra nel nostro Paese.