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La nuova epidemia: l'obesità

Il 59% degli adulti europei e quasi un bambino su tre (29% dei maschi e 27% delle femmine) è obeso o in sovrappeso. L'obesità è una condizione di fragilità delle società contemporanee, non solo una malattia, ricorda l'Oms nel suo nuovo rapporto. E l'Italia? È il Paese messo peggio

I bambini italiani sono in sovrappeso o, peggio, obesi, una condizione che anche in prospettiva può rivelarsi molto compromettente per la salute di un’intera futura generazione di italiani. L’obesità infantile nei Paesi industrializzati non è una condizione nuova, ma l’Italia, in questa speciale classifica, si piazza, purtroppo, al primo posto tra i Paesi dell’Unione Europea. 

Guardando ai dati del Rapporto 2022 dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), rielaborati in uno studio di Coldiretti, si scopre che in Italia il 42% dei bambini tra i cinque e i nove anni è obeso o in sovrappeso: il risultato peggiore dell’Unione Europea, dove la media è del 29,5%. 

Nella fascia di età tra i sette e i nove anni si registra un 41,9% obeso o in sovrappeso rispetto a una media comunitaria del 29%, e in quella tra i 10 e i 19 anni la percentuale è del 34,2% rispetto al 24,9% degli adolescenti europei. Una situazione che esplicita come i problemi di peso interessino nel nostro Paese soprattutto i giovani.

I disturbi alimentari riguardano in Italia 2,3 milioni di adolescenti 

Anche in questo caso, gli ultimi due anni di pandemia hanno peggiorato il quadro, ma non si tratta certo dell'unica causa di un fenomeno che ha radici profonde. “La diminuzione forzata dell'attività fisica e il maggior tempo passato in casa e davanti alla TV in due anni di pandemia - spiega Coldiretti - si sono aggiunti all'adozione di modelli sbagliati di consumo all'interno dei nuclei familiari con il preoccupante abbandono dei principi della dieta mediterranea”. 

Sei adolescenti italiani su dieci, si legge nel rapporto di Oms, dichiarano di non mangiare quotidianamente né frutta né verdura, con la conseguenza di aumentare i rischi legati all'obesità e alle malattie a essa collegate. 

I disturbi legati all'alimentazione riguardano in Italia ben 2,3 milioni di adolescenti: si tratta di patologie che si manifestano prevalentemente a partire dai 12 anni, ma che negli ultimi anni sono arrivate a interessare anche minori di otto anni. 

Il sovrappeso causa 1,2 milioni di morti all'anno in Europa 

Secondo Coldiretti, “per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni è importante recuperare abitudini a tavola più sane ma anche qualificare l'offerta delle mense scolastiche anche con cibi locali a chilometro 0, che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza”. 

Dal documento dell'Oms emerge che il 59% degli adulti europei e quasi un bambino su tre (29% dei maschi e 27% delle femmine) è obeso o in sovrappeso. Le due condizioni (eccesso di peso e obesità) sono tra le principali cause di morte e disabilità nella regione europea, afferma l'organizzazione, e causano più di 1,2 milioni di decessi all'anno, cioè a oltre il 13% della mortalità totale nella regione.

Come affrontare i problemi strutturali dell’obesità 

Ma non basta l’educazione al mangiar sano e il mito della dieta mediterranea. Il rapporto dell’Oms suggerisce concreti interventi politici che possano essere efficaci “nell’invertire l’epidemia di obesità, affrontare le disuguaglianze e raggiungere sistemi alimentari sostenibili”, si legge nel documento. 

Da un lato occorre mettere a sistema gli sforzi per prevenire l’obesità, che non può essere considerata solo una malattia ma una condizione di fragilità delle società contemporanee. Le policy, dicono dall’Oms, dovrebbero allontanarsi da approcci incentrati solo sugli individui e affrontare i fattori strutturali dell’obesità. 

Alcune politiche specifiche si stanno dimostrando promettenti nel ridurre i livelli di obesità e sovrappeso: per esempio, l’attuazione di interventi fiscali, come la tassazione delle bevande zuccherate o i sussidi per cibi sani; le restrizioni alla commercializzazione di alimenti malsani per i bambini; il miglioramento dell’accesso ai servizi di gestione dell’obesità e del sovrappeso nell’assistenza sanitaria di base e nell’ambito della copertura sanitaria universale.