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Guerra e inflazione minano la stabilità finanziaria

Crescono i rischi e diminuiscono il Pil e prospettive di una crescita duratura. Con le fiammate dei prezzi e la crisi ucraina, Banca d’Italia rivede in negativo lo scenario sui mercati finanziari. Resta solido il settore assicurativo

Aumento dell’incertezza a livello globale, prospettive economiche degradate e incremento dei rischi per la stabilità finanziaria. Alla base del peggioramento delle condizioni c’è ovviamente la guerra di aggressione mossa dalla Russia all’Ucraina. Ma non solo. 

Il primo rapporto del 2022 sulla stabilità finanziaria redatto da Banca d’Italia punta il dito anche sull’inflazione “in marcato rialzo nelle principali economie mondiali per i rincari dei prodotti energetici e di altre materie prime”; una condizione che sta portando le banche centrali ad accelerare il ritorno a politiche monetarie meno accomodanti. Basti ricordare la mossa della Fed che, la scorsa settimana, ha alzato i tassi di mezzo punto percentuale con la motivazione di un’inflazione ormai troppo alta

Previsioni di crescita al ribasso 

Dal fronte europeo, ricorda Bankitalia, “la flessibilità dell’azione della Bce continuerà a essere un elemento caratterizzante della politica monetaria qualora i rischi per la sua trasmissione mettano a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi”. 

Ma, appunto, si diceva dell’Ucraina, vero elemento destabilizzante e imprevedibile del quadro. In un contesto di alta volatilità, le condizioni sui mercati finanziari internazionali sono peggiorate e i tassi di interesse a lungo termine hanno continuato a salire sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro. I rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati anche in Italia, “sebbene rimangano contenuti rispetto a episodi di tensione del passato”, sottolineano gli analisti; ma, come per gli altri Paesi dell’euro, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso, con il rialzo dell’inflazione. 

Nel primo trimestre, il Pil dell’Italia ha fatto segnare un -0,2% rispetto allo stesso periodo del 2021 e la previsione per la semestrale è di un calo ancora più marcato, -0,5%. 

Famiglie al riparo (finora) grazie al governo 

Pur con rendimenti all’emissione in rialzo, le condizioni di finanziamento dello Stato sul mercato primario dei titoli pubblici italiani rimangono “complessivamente favorevoli”, secondo Palazzo Koch, anche perché, malgrado la revisione al ribasso della crescita economica, il governo ha confermato gli obiettivi di riduzione del rapporto debito/Pil. Mentre i rischi per la stabilità delle famiglie si mantengono limitati, quelli per le imprese crescono. 

Nel 2021 il reddito disponibile delle famiglie è aumentato, così come il clima di fiducia dettato dalla sensazione, più o meno veritiera, di riuscire a controllare meglio gli effetti negativi della pandemia. Ma la guerra in Ucraina e l’inflazione rischiano di condizionare negativamente le prospettive. Gli interventi del governo stanno contribuendo a contenere gli effetti dei rincari: i bonus, il calmieramento dei prezzi al consumo dell’energia e della benzina, garantiscono finora che l’indebitamento complessivo delle famiglie resti basso nel confronto internazionale. 

Tensione per le banche, clima sereno per le assicurazioni 

La vulnerabilità finanziaria delle imprese, invece, è in aumento. I differenziali tra i rendimenti delle obbligazioni e i tassi privi di rischio sono saliti; pesano la maggiore incidenza della spesa energetica, le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi e, per alcune imprese, le conseguenze dirette delle sanzioni imposte alla Russia e alla Bielorussia. 

Strettamente legate alle imprese ci sono le banche italiane, che hanno rafforzato la propria posizione nel 2021, ma contro cui si stanno riverberando gli effetti della guerra. Tuttavia, il tasso di deterioramento dei prestiti resta su livelli bassi, mentre sono proseguite le cessioni di crediti deteriorati; la redditività è migliorata e la patrimonializzazione è rimasta stabile. 

La guerra, però, può produrre “conseguenze rilevanti attraverso molteplici canali, di natura finanziaria ed economica”. Uno dei problemi è l’esposizione diretta verso controparti russe che, seppur limitata, risulta concentrata nei due gruppi bancari principali. 

Infine, uno sguardo al settore assicurativo che, come spesso accade, è quello più resiliente tra i comparti finanziari. Nel 2021 la patrimonializzazione e la raccolta premi hanno continuato a migliorare, anche se la redditività si è ridotta: “l’esposizione delle compagnie agli effetti del conflitto è moderata”, fa sapere Bankitalia, mentre “la capacità di tenuta del settore è confermata dai risultati dei recenti esercizi di stress test”.

Bene la dinamica della raccolta netta dei fondi comuni italiani, dove, peraltro, l’esposizione verso emittenti residenti in Russia, Bielorussia e Ucraina è molto contenuta.