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Sommosse in Corsica, la Francia apre all’autonomia

Una decisione nata dopo l’aggressione all’indipendentista Yvan Colonna, morto in coma in seguito a un’aggressione nel carcere di Arles, in cui era detenuto. L’episodio aveva portato a violente proteste nelle città dell’isola

È morto la sera del 21 marzo, dopo tre settimane in coma, Yvan Colonna, l’indipendentista corso detenuto nel carcere di Arles che per tutto il mese di marzo ha infiammato le piazze della Corsica.

Lo scorso 2 marzo il militante indipendentista, condannato all'ergastolo per l'omicidio del prefetto Claude Erignac nel 1998, era stato gravemente ferito da un altro detenuto nel cortile della prigione, durante l’ora di sport. Prima di essere picchiato a sangue, a Colonna è stata infilata una borsa sulla testa, cosa che gli ha fatto perdere conoscenza. L’aggressore si chiama Franck Elong Abé, un detenuto radicalizzato di origine camerunense che scontava una pena a nove anni di carcere per associazione per delinquere di stampo terroristico. Ha giustificato il suo atto con il fatto che Colonna avrebbe bestemmiato e “parlato male del Profeta”.

Colonna, 61 anni, era stato immediatamente ricoverato in rianimazione in condizioni molto gravi. L’episodio ha innescato violente proteste in Corsica. Le tensioni che sono seguite all’aggressione sono culminate il 13 marzo scorso, a Bastia, con una manifestazione durante la quale 102 persone sono rimaste ferite, 77 tra le forze dell’ordine. Una protesta motivata in gran parte dalla lunghezza dell'aggressione a Colonna, circa otto minuti, sotto l’obiettivo di una telecamera di sorveglianza, senza che nessun sorvegliante intervenisse. Anzi, ad avvertire i secondini era stato addirittura l’aggressore.

LO STATO CENTRALE PROVA A CALMARE GLI ANIMI

In quei giorni in cui il clima nell’isola si faceva rovente, il primo ministro Jean Castex tentava di disinnescare la tensione annunciando la fine dello statuto di “detenuto particolarmente segnalato” per altri due indipendentisti in carcere, Pierre Alessandri e Alain Ferrandi, un provvedimento che facilita la concessione dell’avvicinamento in un carcere dell'isola. Poco dopo, il 16 marzo, è arrivata anche la visita del ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, per tentare di ristabilire l’ordine. In quell’occasione, Per la prima volta, il presidente Emmanuel Macron, attraverso un membro del suo governo, ha accettato di discutere alcune rivendicazioni dei nazionalisti di autonomia, una richiesta finora sempre respinta.

I contorni della trattativa, che avranno luogo questo mese, sono ancora tutti da precisare, ma se il dialogo andasse avanti allo stato francese rimarrebbero le competenze in alcuni settori come polizia, giustizia, esercito. All’esecutivo locale spetterebbe liberamente la possibilità di decidere e stabilire leggi e regolamenti in materia di economia, sociale e sanità: una possibilità finora esclusa da tutti i governi francesi, compresi quelli degli ultimi anni.

La ferita è tuttavia ancora calda. All’annuncio della morte di Colonna, infatti, alcune decine di persone si sono riunite a Bastia davanti al Palazzo di Giustizia, appendendo striscioni con lo slogan “Statu francese assassinu”. Ad Ajaccio, davanti alla cattedrale, in silenzio, si sono radunati gruppi di persone. Messaggio minaccioso dall'associazione per la difesa dei prigionieri politici corsi Sulidarita, che ha twittato "Abbasso questo stato francese assassino”.