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Rapporto Coop: l’Italia cambiata dalla pandemia

L’estate 2021 ha portato agli italiani un nuovo ottimismo e fiducia nella ripartenza. Sono cambiati molti valori di riferimento in un percorso che non si invertirà con la fine della pandemia. Restano in realtà sullo sfondo problemi concreti, a partire dall’occupazione fino al calo dei consumi

Gli italiani si mostrano ottimisti per il prossimo futuro auspicando la fine della pandemia e la ripresa, anche se le difficoltà dell’ultimo anno non sono affatto accantonate. Alla bella estate italiana caratterizzata dalla ripartenza economica hanno contribuito le soddisfazioni sportive e le speranze riposte nel successo della vaccinazione di massa. L’esito è una crescita dell’ottimismo nazionale, che può essere però letto anche come una reazione spontanea ai diciotto mesi di difficoltà vissuti.
La fotografia di questa auspicata uscita dal periodo pandemico mostra delle novità rispetto al passato, cambiamenti frutto dell’esperienza vissuta che potrebbero rappresentare, per certi versi, una svolta nelle abitudini private e nel confronto con la società.

La 16° edizione del “Rapporto Coop” sui consumi e gli stili di vita degli italiani, che ha provato a dare una forma all’Italia post Covid-19, è stata redatta dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop con la collaborazione di Nomisma, Nielsen, Gfk, Gs1-Osservatorio Immagino, Iri Information Resources, Mediobanca Ufficio Studi, Npd, Crif e Tetra Pak Italia. Il Rapporto è l’esito del confronto di due survey condotte nell’agosto scorso, la prima con il coinvolgimento di un campione di 1.500 cittadini tra i 18 e i 75 anni e la seconda rivolta a un panel formato da 1.000 opinion leader e market maker della community del sito di Italiani.coop.


L’86% degli italiani è orgoglioso di esserlo
I mesi estivi sembrano aver segnato una svolta nel profilo dell’Italia e, in particolare, una crescita della sua reputazione: l’86% degli italiani si dice orgoglioso di esserlo e il 60% della business community internazionale afferma di avere per l’Italia un rinnovato interesse in termini di attrattività che potrebbe concretizzarsi nei prossimi 3 anni. La rinnovata immagine è dovuta anche ai molti successi mediatici a livello internazionale, raccolti da maggio in poi, che sono considerati l’espressione di un impegno professionale e di un metodo che viene riconosciuto. Oltre all’immagine sportiva e culturale, nell’opinione degli intervistati conta molto il rinnovamento della forza industriale del paese, mentre per 70 manager su 100 il primato si deve all’influenza del premier Mario Draghi a livello europeo.
L’effetto è una crescita del Pil stimata in almeno +5,8% per quest’anno, una positività che dovrebbe proseguire nel 2022: i motori della ripresa sono soprattutto l’export e gli investimenti imprenditoriali mentre c’è attesa per i frutti del Pnrr, più lenta la ripresa dei consumi che torneranno al livello pre-pandemia non prima del 2023.

Più ambiente e salute, meno carriera e status
Il Rapporto Coop individua 10 trend che caratterizzeranno il prossimo futuro del paese e che riportano un cambiamento nella visione dei valori personali. La tendenza più rilevante è la crescita dell’approccio positivo, con 7 intervistati su 10 che si dicono più ottimisti di quanto non fossero prima della pandemia. Rispetto all’indagine 2018 crescono di 10 milioni le persone che dichiarano di avere fiducia negli altri, in particolare nella cerchia ristretta della famiglia e delle conoscenze, mentre permane la diffidenza verso le istituzioni.
Al nuovo sistema valoriale appartengono voci già note – come il benessere individuale e la salute – ma cresce la sensibilità verso i temi ambientali e perdono importanza elementi come la carriera e l’affermazione individuale; aumenta la fiducia nella scienza e nell’innovazione come soluzione dei problemi individuali, economici e sociali.
Tra le principali novità dei “nuovi italiani” post pandemia c’è un diverso rapporto con il digitale, con cui si trovano a proprio agio due intervistati su tre pur riconoscendo come negativi esiti quali la crescita dello stress, il calo delle relazioni interpersonali dirette, il maggiore inquinamento determinato dall’utilizzo.
Casa e lavoro sono un binomio che si intreccia nel post pandemia: il lavoro a distanza va verso forme di lavoro ibrido, vissuto come opportunità per un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro (13 milioni di persone hanno lavorato da casa e 9 milioni confermeranno la scelta). L’aver vissuto tanto frequentemente in casa ne ha cambiato la percezione da luogo di servizio a spazio elettivo della vita privata, tanto che 1,2 milioni di italiani aspira a comprarne una nuova e 9 milioni pensano di affrontare lavori di ammodernamento. La comfort zone dell’abitazione si estende al luogo di residenza: il nuovo concetto di qualità della vita ha visto la valorizzazione dei piccoli e medi centri urbani, vissuti come luogo di benessere nell’ottica del vivere lento.

Calo dei consumi e occupazione le minacce per il futuro
Altri dati emersi dall’indagine fanno pensare a un ottimismo frutto più di una reazione alle difficoltà vissute - e spesso ancora attuali – piuttosto che basato su una realtà concreta.
Secondo l’indagine, nel corso della pandemia 27 milioni di cittadini hanno vissuto forme di disagio o hanno dovuto affrontare delle rinunce e 18 milioni di questi si attendono di dover vivere ancora, almeno in parte, delle privazioni nei prossimi mesi; per 5 milioni di persone le rinunce hanno toccato anche la sfera della spesa alimentare. È quindi uno stato di disagio che peserà sullo sviluppo del paese, con fasce di popolazione rimaste indietro che vanno recuperate con la ripresa: chi pensa che nel 2022 avrà consumi più alti rispetto al 2019 è meno della metà di chi pensa di dover attendere più anni per ripristinare il livello pre-Covid.
In una realtà che si spera migliore, i desideri per il futuro riguardano i viaggi, il rinnovamento della casa, cambiare l’auto, cogliere maggiormente le potenzialità del digitale, mentre sono già in ripresa le spese per la salute, l’alimentare e i consumi energetici.