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Tassonomia, la via Ue per classificare le attività sostenibili

Il progetto dell’Unione Europea ha l’obiettivo di creare un sistema di definizione del grado di impatto ambientale per ogni settore dell’economia. L’ambizione è quello di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050

L’Unione Europea ha fissato obiettivi in materia di clima ed energia per il 2030 e punta a essere climaticamente neutra entro il 2050. L’iniziativa, spiega la Commissione Europea, ha l’obiettivo di creare un sistema di classificazione per le attività economiche sostenibili: la tassonomia.
L’azione dell’esecutivo comunitario si concentra sugli obiettivi ambientali dell’Ue in materia adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dei loro effetti. Questo consentirà di creare un linguaggio comune per gli investitori, che potrà essere utilizzato dovunque per investimenti in progetti e attività economiche. La Commissione, in una nota, sottolinea che questa iniziativa avrà “significative ricadute positive sul clima e sull’ambiente”.

I criteri di classificazione dei settori dell’economia

Il report finale sulla tassonomia Ue delle attività economiche sostenibili, è stato pubblicato il 9 marzo 2020, ed è stato realizzato dopo oltre un anno di lavoro dal Technical Expert group on sustainable finance (Teg), un gruppo di esperti (35 membri e oltre 100 consulenti) incaricati dalla Commissione di fornire raccomandazioni sulle nuove normative per una finanza sostenibile, e di individuare le attività economiche in grado di contribuire a raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050.
Il documento comprende 600 pagine di allegati tecnici per classificare i principali settori economici (70), in base alla loro capacità di mitigare o di adattarsi ai cambiamenti climatici. La distinzione è tra quelli cosiddetti low carbon, cioè già ambientalmente sostenibili, e quelli inquinanti ma di cui non si può fare a meno, e a cui si chiede di fare il possibile per migliorare, fino a quelli che sono utili alle altre due categorie (enabling), che consentono quindi ad altre attività di avere performance a basso utilizzo di combustibili fossili o comunque una significativa riduzione delle emissioni. Per ciascuno di essi il documento definisce dei precisi criteri attraverso cui verificare il loro livello di sostenibilità.

Come procede l’iter del provvedimento

La Commissione, dal 23 marzo al 20 aprile scorso, ha aperto la raccolta dei feedback sugli atti delegati i quali, prima di essere approvati, dovranno passare il vaglio di ogni Stato membro.
Una prima indicazione fornita dal primo atto delegato della tassonomia Ue è che i settori gas e nucleare non avranno il certificato Ue di attività economica verde. Lo si legge nella comunicazione sulla classificazione Ue degli investimenti verdi che accompagna l’atto delegato e una proposta di direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità aziendale, con regole comuni per comunicare le informazioni relativa alle pratiche ecocompatibili.

Il ruolo di gas e nucleare nella decarbonizzazione dell’economia, si legge nel documento, sarà affrontato “in una proposta legislativa a parte, nell’ultima parte dell'anno”, che coprirà le “tecnologie di transizione”, rispettando “il diritto degli Stati membri di determinare il proprio mix energetico in modo appropriato”.

I differenti orientamenti degli Stati membri

Il regolamento delegato con i parametri tecnici comuni a livello Ue per identificare le attività economiche realmente sostenibili doveva essere pronto a dicembre. Ma ha fatto emergere tensioni tra i Paesi. Ad esempio, Svezia e Finlandia hanno fatto pressione per ottenere ampie deroghe per lo sfruttamento delle foreste. Polonia, Ungheria e altri Paesi dell’Europa centro-orientale si sono battuti perché il gas naturale fosse considerato come fonte di transizione dal carbone. La Francia ha insistito in tutte le sedi sull'introduzione del nucleare, insieme alla Repubblica Ceca e agli Stati dell’est.

A quali condizioni il gas può essere considerato sostenibile

Come si diceva, l’ultima versione del testo dell’atto delegato circolata, spiega che il tema dell’energia nucleare sarà stato affrontato a parte, e il gas sarebbe stato considerato sostenibile ma solo a determinate condizioni: solo in regioni in transizione, in sostituzione del carbone e in impianti a cogenerazione con una soglia di emissioni di 200gCO2/KWh. Condizioni considerate non sufficienti dalle Organizzazioni ambientaliste, che hanno minacciato di uscire dalla piattaforma per la finanza sostenibile, e ritenute troppo stringenti dai paesi dell’Europa centro-orientale.

La Commissione ha quindi deciso di stralciare la produzione di energia da gas per affrontarla in un successivo provvedimento insieme al nucleare. Un provvedimento che se fosse un atto legislativo vero e proprio richiederebbe anni per essere approvato e dovrebbe basarsi su un compromesso tra la Francia, sostenitrice del nucleare, e la Germania, che ha avviato la denuclearizzazione e che proprio per questo ha bisogno di completare il gasdotto Nord Stream 2 dalla Russia.