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Le prospettive dell'intelligenza artificiale

Dopo l'ennesimo passo avanti della tecnologia, il mercato si interroga sui possibili sviluppi di uno strumento che sta dimostrando ampie potenzialità: stando a una recente ricerca di Arm, il 62% delle imprese sta utilizzando device di intelligenza artificiale

L'ultima edizione del Critical assessment of structure prediction (Casp), un'iniziativa volta a stimolare la ricerca sulla struttura delle proteine, se l'è aggiudicata AlphaFold, un dispositivo di intelligenza artificiale sviluppato da DeepMind. L'innovativo strumento ha letteralmente stupito la giuria: in brevissimo tempo è riuscito a determinare la forma di una dozzina di proteine, partendo dalle sole catene di amminoacidi che le compongono. In un caso, riguardante una proteina batterica su cui i ricercatori lavoravano senza troppi risultati da una decina d'anni, il risultato è arrivato in appena mezz'ora. Anche l'accuratezza si è rivelata elevatissima, con un margine di errore di soli 1,6 angstrom (0,16 nanometri, praticamente la dimensione di un atomo): in una scala da 0 a 100, in cui 100 identifica la totale corrispondenza con la struttura osservata in maniera sperimentale, AlphaFold ha totalizzato un punteggio di 90. La performance dell'intelligenza artificiale ha generato grandi aspettative fra gli esperti della materia, alimentando forti attese sull'utilizzo che potrà esserne fatto per scoprire nuovi farmaci e trattamenti. E ciò anche in ragione del fatto che nel 2018, alla precedente edizione del Casp, i risultati di AlphaFold, per quanto soddisfacenti, non erano stati così promettenti: in due anni è stato dunque compiuto un enorme salto di qualità che, se confermato, potrà consentire di migliorare ulteriormente la tecnologia e di accelerare lo studio sulla struttura delle proteine. “È la prima volta che l'intelligenza artificiale risolve un problema serio”, ha commentato John Moult dell'università del Maryland, che guida il team di gestione del Casp.
In realtà non è la prima volta che l'intelligenza artificiale mostra le sue potenzialità nell'ambito della scienza. Lo scorso febbraio un software di intelligenza artificiale sviluppato dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston ha scoperto quello che è stato definito “un super-antibiotico”. E sono stati probabilmente due sofware di intelligenza artificiale a rilevare per primi, alla fine del 2019, l'esplosione dell'epidemia di coronavirus in Cina. Ed è proprio dall'emergenza coronavirus che è arrivata l'ennesima dimostrazione di tutte le potenzialità delle nuove tecnologie. “Le iniziative digitali messe in campo prima della crisi hanno consentito a innumerevoli attività di passare al lavoro a distanza e all'offerta online di beni e servizi”, si legge nelle prime pagine di un rapporto curato da Arm e pubblicato sull'Mit Technology Review. Stando ai risultati della ricerca, le imprese si dividono in due grandi categorie: chi ha già adottato strategie per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale o chi deve accelerare per farlo. Il 62% delle aziende che hanno partecipato all'indagine ha affermato di utilizzare già strumenti di intelligenza artificiale, con punte vicine all'80% per le società di maggiori dimensioni. L'investimento in nuove tecnologie è dettato soprattutto dalla convinzione che l'intelligenza artificiale possa migliorare ulteriormente l'esperienza e il lavoro dei dipendenti in carne e ossa: i manager di numerose società concordano sul fatto che l'intelligenza artificiale abbia contribuito a migliorare la capacità di incrementare l'efficienza operativa, di ottenere dati più precisi sulla clientela e aprire nuove aree di business.
La strada resta tuttavia ancora lunga. Soltanto poco più di un terzo degli intervistati (35%), principalmente grandi imprese (42%), ha affermato di sviluppare strumenti di intelligenza artificiale all'interno di una formale strategia di crescita. Un quarto di chi non ha ancora abbracciato la nuova tecnologia pensa di svilupparla nei prossimi due anni. Per il 15% del campione, più semplicemente, l'adozione dell'intelligenza artificiale non rientra ancora nei piani strategici aziendali.