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Epatite C, le nuove terapie guariscono oltre il 95% dei malati

Rivoluzione nella medicina. I nuovi farmaci consentiranno nei prossimi anni la completa eradicazione del virus mortale, prima causa di trapianti di fegato

Una diminuzione del rischio di sviluppare carcinoma e cirrosi epatica e un netto miglioramento della qualità di vita. I nuovi farmaci contro l’Epatite C stanno avendo tassi di successo che si avvicinano sempre più alla totalità dei pazienti trattati. Una vera rivoluzione se si pensa che fino a pochi anni fa l’unico trattamento era l’interferone che oltre a non garantire la guarigione aveva importanti effetti collaterali. I nuovi trattamenti prevedono una compressa al giorno per un periodo che varia tra le otto e le dodici settimane. Così la speranza di vita di milioni di malati è cambiata radicalmente perché l’epatite non impatta solo sul fegato ma può avere conseguenze sul sistema endocrino ed immune, il sistema nervoso centrale e l’apparato cardio-vascolare. 

Importanti conseguenze anche in ambito sociale. Problemi anche in ambito lavorativo, sentimentale e familiare perché si tratta di una malattia trasmissibile e questo spesso genera paura di contagio e disagi. In Italia, si stima che le persone affette dal virus siano oltre un milione, più una quota considerevole di italiani che vivono senza sapere di essere malati perché la malattia si sviluppa senza manifestare sintomi evidenti. Meno malati vorrà dire anche meno possibilità di contagio. Così l’Oms stima che entro il 2030 le nuove infezioni in tutto il mondo si ridurranno del 90%, mentre calerà sensibilmente il numero di morti, che sempre secondo l’Oms tra epatite B e C ammontano oggi a un milione l’anno.


In Italia tuttavia l’accesso ai nuovi farmaci è regolato dall’Aifa, a causa dei costi delle nuove terapie che possono arrivare a più di 40 mila euro, una cifra insostenibile non solo per la maggior parte dei pazienti ma anche per il Sistema sanitario nazionale. In realtà i farmaci di ultima generazione costano molto meno, ma le cause farmaceutiche stanno applicando prezzi diversi per i singoli Paesi in base al numero dei malati e della possibilità dei governi di pagare prezzi più alti. Così una stessa confezione di medicinali può costare anche poche centinaia di euro in India o in Egitto, una disparità che ha portato molti italiani a recarsi all’estero per curarsi. E c’è chi organizza veri tour della speranza: un pacchetto viaggio comprensivo di cura si aggira sui 2000 euro.


Occorre quindi una spinta dei governi per sviluppare accordi con le case farmaceutiche. L’Italia ha previsto un piano di eradicazione del virus nei prossimi anni, con l’accesso di circa un milione di malati alle nuove terapie. A tal fine, nel 2017 il governo ha stanziato 500 milioni di euro. Intanto Medici senza frontiere ha annunciato un accordo per l’acquisto di farmaci generici contro l’epatite C al prezzo di soli 120 dollari per un ciclo di trattamento di 12 settimane. Una prova che l’eradicazione potrà essere presto sostenibile per tutti i cittadini.