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Moratoria ratei: oltre 73mila le richieste

Secondo i data analizzati da Crif, l’opportunità prevista dal decreto Cura Italia è stata colta per la maggior parte da società di capitali, e in genere per far fronte solo alle rate più onerose

Sono quasi 73mila le richieste di moratoria effettuate dalle imprese a seguito della possibilità di sospendere i pagamenti rateali prevista nel decreto “Cura Italia”, norma inserita a sostegno delle difficoltà che le aziende stanno riscontrando per la crisi Covid-19. La moratoria varata dal Governo consente, su base volontaria, di sospendere il rimborso dei propri finanziamenti rateali e il congelamento dei finanziamenti non rateali sino al prossimo 30 settembre 2020.
Allo scopo di comprendere l’impatto della possibilità offerta, Crif ha registrato sui propri sistemi circa 73.000 linee di credito riconducibili a imprese individuali e società di capitali per le quali è stata fatta richiesta di sospensione delle rate. Sul totale delle richieste, oltre 42.200 riguardano mutui di liquidità, 20.500 mutui immobiliari, 6.027 prestiti personali, 1.372 prestiti finalizzati e quasi 2.456 contratti di leasing e altri prodotti rateali. L’analisi effettuata da Crif rileva un maggiore ricorso alla moratoria da parte delle società di capitali (67,3%) seguite dalle società di persone (28,2%) e dalle ditte individuali (2,4%).
I dati mostrano anche in genere si è fatta richiesta di moratoria per i contratti che mediamente risultano più onerosi in termini di impegno mensile e debito residuo, evidenziando la scelta da parte delle imprese, soprattutto quelle di minore dimensione o meno capitalizzate, di sospendere il pagamento di rate che rappresentano un impegno significativo per il momento attuale. In tal senso, la rata media sospesa per le società di capitali ammonta a 4.619 euro a fronte di un importo residuo di quasi 284mila euro, per le società di persone la rata media è pari a 1.774 euro, per le ditte individuali 699 euro. La quota maggiore degli impegni fa riferimento ai mutui immobiliari.

Un “congelamento” che non ha impatto sul merito creditizio
La moratoria prevede una serie di aspetti a sostegno delle imprese, in modo da non rendere gravosa la sospensione delle rate. In primo luogo, le rate registrate nei Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) di Crif nel mese oggetto della sospensione risultano con importo dovuto pari a zero, di conseguenza per i contratti per i quali è stata accordata la moratoria la data di fine rapporto viene posticipata e le rate sospese verranno restituite al termine della scadenza naturale del contratto. Viene inoltre “congelato” il conteggio dei giorni di scaduto che fossero in essere al momento della richiesta della moratoria, in modo da non intaccare il merito creditizio dei beneficiari; inoltre per effetto della moratoria concessa, essi non possono essere segnalati a sofferenza. Rispetto al merito di credito quindi, la sospensione delle rata è considerata un “evento neutrale”, ma non solo, ci sarà la possibilità per i beneficiari di referenziarsi di fronte agli intermediari finanziari dimostrando che la loro affidabilità è elevata e che la sospensione è stata richiesta per far fronte a una temporanea difficoltà dovuta solo alle conseguenze della pandemia.