il-coronavirus-contagia-la-crescita-mondiale

Il coronavirus contagia la crescita mondiale

Secondo Goldman Sachs, l’impatto negativo per l’economia durerà almeno un anno. Moody's taglia 0,4% Pil globale 2020, secondo l'Ocse siamo di fronte a una minaccia senza precedenti. Per l’Italia, Prometeia stima un Pil al -0,3%

È presto per trarre delle conclusioni: siamo nel pieno della tempesta. Ma che la diffusione del Covid-19 avrà dei devastanti impatti sull’economia globale è ben più che probabile. Secondo Goldman Sachs in uno scenario ottimista, la crisi durerà almeno un anno. “L’impatto sulla crescita - si legge in un rapporto di Goldman Sachs Global Research - dipenderà dalla gravità dell’epidemia”. La stima di Goldman è che “in uno scenario benigno, in cui i nuovi contagi rallentano nettamente entro la fine del primo trimestre, la crescita annuale dovrebbe tornare al suo livello di base entro la fine dell’anno”. Mentre, in uno scenario più grave, in cui i contagi continuano a crescere significativamente nel secondo trimestre, “la ripresa inizierà più tardi e l’impatto sulla crescita globale diventerà più significativa”.
Una recessione globale appare probabile se Covid-19 dovesse trasformarsi in una pandemia, e le probabilità che ciò accada sono verosimilmente alte e aumentano con il crescere dei contagi in Italia e in Corea del Sud.

Una minaccia senza precendenti

In questo contesto, l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato la stima del Pil globale per il 2020. “L’economia globale – si legge in un report – subirà dal coronavirus un impatto sul Pil di quasi un punto percentuale (annualizzato) nel primo trimestre, e rallenterà di 0,4 punti percentuali fino al 2,4% nel 2020”. Per il contesto, la crescita potenziale globale è stimata al 2,8%, mentre l’economia statunitense registrerà una crescita di solo l’1,3% nel primo trimestre (annualizzato), in calo dello 0,6% a causa del virus. La crescita nel 2020 dovrebbe ora essere dell’1,7%, in calo dello 0,2%. L’economia statunitense è per il momento più isolata dall’impatto del virus, “ma non è immune”, e anche in questo scenario subirebbe probabilmente una flessione.
Il coronavirus è "il più grande pericolo" dai tempi della crisi finanziaria ed espone l'economia mondiale "a una minaccia senza precedenti": è l'avvertimento lanciato dall'Ocse alla presentazione dell'Interim Economic Outlook 2019. Il documento propone due scenari: uno più favorevole, in cui l'impatto dell'epidemia viene globalmente limitato, e un secondo scenario, il cosiddetto effetto domino, con un contagio più generale. In entrambi i casi, l'Ocse si appella ai poteri pubblici affinché "agiscano immediatamente per limitare la propagazione del virus".

Il settore industriale che sta subendo il più grave danno, a livello globale, è quello dei trasporti aerei. "La crisi Covid-19 ha avuto un grave impatto sul traffico aereo. Le compagnie aeree stanno registrando un forte calo della domanda". Lo afferma l'International Air Transport Association (Iata) chiedendo di sospendere la normativa che regola la gestione degli slot. "La Iata - si legge nel report - sta contattando i regolatori del trasporto aereo in tutto il mondo per richiedere che le regole sull'utilizzo degli slot siano immediatamente sospese e per la stagione 2020".

Italia, torna lo spettro della recessione


Per quanto riguarda le previsioni per il nostro paese, secondo l'outlook dell'Ocse, tenendo conto dell'effetto del virus il Pil  italiano resterà fermo, nella migliore delle ipotesi. La crescita prevista per quest'anno, nel cosiddetto best case scenario è pari a zero, una stima tagliata di 0,4 punti rispetto alla precedente previsione di novembre. L'organismo internazionale con sede a Parigi prevede invece uno 0,5% per il 2021, invariato rispetto a novembre.

Secondo altre stime, il primo trimestre 2020 potrebbe registrare una contrazione del Pil dello 0,3% portando l’Italia in recessione tecnica (due trimestri consecutivi di segno meno), “la quarta recessione dal 2009”. È lo scenario “molto probabile” delineato da Prometeia in un rapporto aggiornato dopo lo scoppio dei casi di coronavirus in Nord Italia, “pur assumendo che si mettano in atto politiche di sostegno alle imprese in difficoltà e che la situazione tenda a normalizzarsi entro metà marzo”, Prometeia prevede “una caduta del Pil di analogo ammontare nella media d’anno”.


Nelle scorse settimane, con le informazioni disponibili al 17 febbraio, Prometeia aveva pubblicato un focus che raccoglieva informazioni quantitative e valutazioni sugli effetti del coronavirus sull’economia globale e sull’Italia, stimando in -0,1% del Pil gli effetti sul nostro Paese “come riflesso della caduta della produzione e della domanda interna cinese e degli effetti sugli scambi internazionali, oltre che sul turismo cinese in Italia”. La situazione è però cambiata alla luce delle misure di contenimento del virus decise negli ultimi giorni.
Il valore aggiunto delle regioni coinvolte in qualche misura rappresenta nel complesso il 54% del totale Italia, spiega Prometeia. Più nel dettaglio: Piemonte (7,8%), Lombardia (22,1%), Veneto (9,2%), Emilia-Romagna (9,2%), Trentino Alto Adige (2,6%), Liguria (2,8%). Scendendo a livello provinciale, Lodi pesa lo 0,4% del Pil nazionale mentre Milano il 10,2%. Ciò, si sottolinea nel rapporto, “senza tenere conto degli effetti di interazione tra le diverse aree”.