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Cresce la filiera del credito

L’Italia è il secondo paese più attivo nel supply chain finance in Europa, con un mercato potenziale che vale 530 miliardi di euro. Si fanno strada le partnership miste che coinvolgono anche imprese tecnologiche

Cresce in Italia il ricorso alla supply chain finance, sistema che permette alle imprese di finanziare il proprio capitale circolante valorizzando il proprio ruolo all’interno di una specifica catena di fornitura e le relazioni con gli altri operatori della medesima filiera.
I benefici che si rilevano riguardano le migliori condizioni di accesso al credito, la maggior cooperazione fra i partner della filiera e le migliori performance di sostenibilità. Incidono invece tra le voci di costo gli oneri finanziari, la gestione operativa delle soluzioni e l’impatto del cambiamento dei processi e dei contratti.
A favorire lo sviluppo di queste forme di gestione dei crediti stanno contribuendo le nuove tecnologie, che stanno permettendo di implementare strumenti flessibili e sicuri.

Secondo i dati dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano, nel nostro paese la diffusione di forme di finanziamento del credito ha già avuto l’effetto positivo di ridurre del 4,3% i giorni di attesa per l'incasso dei crediti commerciali (in media 77 giorni) e a 91 giorni i tempi per il pagamento dei debiti. Secondo la ricerca presentata, il mercato potenziale italiano del supply chain finance vale 530 miliardi di euro (in crescita di +2,5%), al secondo posto in Europa dopo la Francia (che vale 662 miliardi di euro) e prima del mercato tedesco (503 miliardi): la cifra potenziale italiana è composta da 480 miliardi verso i clienti (81%) e 50 verso le imprese collegate (19%), calcolati sulla base del montecrediti delle imprese a fine 2017 (esclusi i crediti verso controllate e controllanti).

Parallelamente, cresce anche il mercato servito (147 miliardi), dove fanno la parte del leone le soluzioni tradizionali come l'Anticipo Fattura, che vale il 15% del mercato (79 miliardi di euro nel 2017, +5,3% rispetto al 2016), e il Factoring, che vale 58 miliardi di euro, l’11% del mercato.
Altre soluzioni, meno incisive ma in notevole crescita, sono il Reverse Factoring, che ammonta a 4 miliardi (solo lo 0.8% del mercato ma con un più +33% di aumento), l’utilizzo della carta di credito (2,6 miliardi il volume, pari allo 0,5% del mercato, e in crescita di +6,7%), e la cartolarizzazione dei crediti commerciali che vale 2,5% miliardi (0,5% del mercato).
Cominciano a farsi spazio anche soluzioni innovative legate al Fintech: l’Invoice Auction è un marketplace per l’anticipo fattura basato su una piattaforma tecnologica che consente a terze parti di investire nelle fatture emesse dalle aziende, una formula che vale oggi a solo 0,04 miliardi ma con una crescita del 500% in un anno.

Attori nuovi nella filiera
I segnali di crescita sono commentati positivamente da Federico Caniato, direttore dell'Osservatorio Supply Chain Finance, che sottolinea “il moltiplicarsi delle collaborazioni all’interno della filiera, per ottimizzare la relazione fra compratori e fornitori, fra attori dell’ecosistema con diversi modelli di business, per sfruttare nuove opportunità, e con operatori fino a poco tempo fa estranei al settore, come le piattaforme di eCommerce o i provider logistici”.
Sotto questo aspetto le imprese italiane hanno avviato nell’ultimo anno 30 partnership tra operatori di filiera in Italia e oltre 60 a livello mondiale, sulla spinta della diffusione di soluzioni fintech e della volontà di innovare.
Entrano a far parte delle filiere differenti attori: alle banche, ai factor e ai fornitori di piattaforme si stanno aggiungendo partner innovativi quali i provider di informazioni, gli operatori logistici e i fondi di investimento. Nelle partnership emergono le collaborazioni fra provider finanziari (banche, factor, assicurazioni) e provider tecnologici (incluse le startup); seguono le collaborazioni tra provider finanziari e associazioni di categoria o imprese capofiliera, le partnership fra fornitori tecnologici o di informazioni e quelle tra provider finanziari, avviate allo scopo di sostenere Pmi, filiere specifiche o processi critici.