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Opzione Donna, avanti anche nel 2019

Il cosiddetto “decretone” ha prolungato la misura anche per l’anno in corso: resta dunque la possibilità per le donne lavoratrici di andare in pensione in anticipo con il metodo contributivo

È entrato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 4/2019, il cosiddetto decretone che ha introdotto nel nostro ordinamento la quota 100 e il reddito di cittadinanza. Fra le misure approvate trova spazio anche la prosecuzione dell’Opzione Donna, regime sperimentale che offre alle donne lavoratrici un canale per uscire anticipatamente dal mercato del lavoro.
La disciplina era stata varata con la legge Maroni del 2004, per poi essere ripresa poi dalla riforma Fornero e dalle leggi di Bilancio del 2017 e del 2019. Il decretone ha allargato la platea delle lavoratrici beneficiarie a quelle che, al 31 dicembre 2018, potevano vantare 35 anni di contributi e un’età anagrafica di 58 anni (classe 1960) se dipendenti o 59 anni (classe 1959) se autonome. La disposizione non prevede scatti legati all’aumento delle aspettative di vita, mentre permane la finestra di 12 o 18 mesi, a seconda che la lavoratrice sia dipendente o autonoma, per accedere alla pensione: ciò significa che, se una lavoratrice dipendente ha maturato i requisiti nel dicembre del 2018, potrà andare in pensione nel gennaio del 2020.
L’assegno sarà calcolato interamente con il sistema contributivo, a prescindere dalla carriera lavorativa della beneficiaria. L’adesione all’Opzione Donna comporta quindi un taglio alla rendita del 25-30%, visto che i minori anni di lavoro si traducono in minori contributi e, di conseguenza, in un assegno più leggero.