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Studi universitari, un investimento può dimezzare i costi

Pianificare la carriera dei figli fin da quando sono bambini può essere una soluzione lungimirante per evitare il duro impatto sul bilancio familiare. Per Moneyfarm, un capitale iniziale di poche migliaia di euro potrebbe bastare per ottenere un rendimento di oltre il 100% in 15 anni

Gli studi universitari dei figli sono una vera e propria zavorra sulle tasche di mamma e papà. In Italia, ogni anno su oltre 1 milione e mezzo gli studenti universitari, oltre 600.000 sono fuori sede. Moneyfarm ha calcolato il costo di un ciclo universitario triennale in alcuni tra i principali atenei italiani, di diverse dimensioni: il Politecnico e la Bocconi di Milano, le università di Bologna, Pisa, Roma Sapienza, Napoli Federico II. È emerso che il costo da sostenere per un triennio all'università pubblica varia dai 34 ai 45 mila euro a seconda della fascia di reddito e dell’ateneo. La ricerca ha considerato tre voci di spesa: tasse universitarie, vitto e alloggio. L’esborso aumenta se si sceglie la soluzione privata o all’estero: studiare all’università di Harvard comporta un investimento vicino ai 250.000 mila euro.

Rendimenti fino al 120%

Secondo Moneyfarm, la maggior parte dei genitori può permettersi di sostenere l’onerosa carriera universitaria dei figli. Serve tuttavia una corretta pianificazione finanziaria, che tenga conto anche dell’inflazione, che determinerà un aumento dei costi in futuro. Questo vuol dire che bisogna fare in modo che i risparmi non perdano valore, per cui è meglio farli fruttare con un investimento. Moneyfarm mostra come con un rendimento medio stimato del 5% l’anno, e un orizzonte temporale tra i 15 e i 20 anni, accantonando e incrementando il proprio investimento si può ottenere un rendimento nominale intorno al 120%. Detto altrimenti, investendo nel modo corretto e con largo anticipo rispetto all’iscrizione universitaria dei figli, si potrebbe più che dimezzare lo sforzo economico futuro. Per Moneyfarm basterebbe un investimento iniziale di poche migliaia di euro, unito a un contributo continuativo mensile minimo, per garantire un accumulo di un capitale sufficiente ad affrontare la spesa universitaria senza sacrifici eccessivi, anche laddove si scegliessero le soluzioni più costose.

Bastano cinque anni di ritardo

Occorre prendere la decisione il prima possibile. Se i genitori dovessero rinviare l’investimento di solo cinque anni, a parità di rendimento teorico, il profitto derivato dall'investimento risulterebbe dimezzato, con un margine del 60% rispetto alla quota investita mensilmente. Secondo Moneyfarm, immaginando di ridurre l’orizzonte temporale di 10 anni, per accumulare la stessa cifra bisognerebbe aumentare il contributo iniziale di oltre il 50% (per esempio portando un contributo di 200 euro ad almeno 350 euro). In alternativa, bisognerebbe moltiplicare per quattro l’investimento iniziale.