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E-commerce, Italia in zona retrocessione

Gli italiani non comprano online: solo il 32% ha effettuato almeno un acquisto sul web nell’ultimo anno. Peggio di noi in Europa solo Croazia, Bulgaria e Romania

Nonostante gli smartphone siano sempre saldi nelle nostre mani e la vita online stia progressivamente sostituendo quella reale, il digital divide in Italia è ancora un ostacolo da superare. Specialmente nel settore dell’e-commerce. Negli ultimi 12 mesi, solo il 32% degli italiani ha effettuato almeno un acquisto sul web, si tratti di un bene materiale o di un servizio. Nella classifica Eurostat, il nostro Paese si piazza al quint’ultimo posto, a pari merito con Cipro e al di sopra di Croazia (29%), Bulgaria (18%) e Romania (16%). Tutti al nord sono invece i Paesi che guidano la classifica, vale a dire: il Regno Unito, con l’82% di consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online in 12 mesi, la Svezia (81%), la Danimarca, il Lussemburgo (80%) e i Paesi Bassi (79%). Subito dopo arriva la Germania, con il 75%, mentre la Francia, Paese cui ci piace paragonarci, può vantare una percentuale doppia rispetto alla nostra (67%). Spagna (50%) e Polonia (45%), per fare due nomi, ci superano in scioltezza. Questi sono i numeri poco lusinghieri di una recentissima ricerca del Centro studi ImpresaLavoro, realizzata attraverso un’elaborazione di dati Eurostat. 

Guardando alle fasce di età, non sorprende scoprire che in Italia i consumatori più attivi online siano i giovanissimi tra i 16 e i 24 anni (47%) e i giovani tra i 25 e i 34 anni (46%). Col progredire dell’età aumentano diffidenza verso l’acquisto online e digital divide: nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni a comprare sul web è soltanto il 21% dei cittadini, mentre solo l’8% dei consumatori tra 65 e i 74 anni ha fatto esperienza di Amazon e negozi simili. 


UN RITARDO CRONICO DELLE INFRASTRUTTURE 

Anche il giro d’affari non è entusiasmante. Gli importi totali degli acquisti pro capite non superano quasi mai la soglia dei 500 euro e la frequenza d’acquisto resta molto bassa rispetto a quella della maggior parte dei Paesi europei. Analizzando le scelte dei consumatori negli ultimi tre mesi, la ricerca osserva quasi sempre uno o due acquisti a persona (solo l’8% ne ha effettuati da tre a cinque). Nell’ultimo anno, i beni più acquistati online sono stati vestiti e articoli sportivi (13%), viaggi e vacanze (12%), articoli casalinghi (12%), libri e abbonamenti a riviste (8%), elettronica (6%), biglietti per eventi (5%), film e musica (3%). Solo il 2-3% dei consumatori italiani attivi online ha deciso di affidarsi alla rete per l’acquisto di hardware per computer o per servizi di telecomunicazione, come abbonamenti alla banda larga, a canali televisivi o ricariche di sim prepagate.

Questi dati, fa notare il Centro studi ImpresaLavoro, sottolineano un ritardo cronico dell’Italia nell’era digitare. Secondo l’indice Desi (Digital economy and society index) elaborato dalla Commissione Europea, che misura lo stato di avanzamento dei Paesi membri dell’Ue nell’ambito della digitalizzazione dell’economia, del sistema pubblico e della società in generale, l’Italia è 25esima su 28 Paesi. Oltre a un’arretratezza delle infrastrutture a pesare sul risultato italiano sono quindi le scarse competenze digitali, che si misurano anche attraverso l’attitudine all’acquisto online.