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Rete 5G, così entriamo nella prossima rivoluzione industriale

Auto autonoma, Internet of things, analytics: niente di tutto questo funzionerà davvero senza lo sviluppo del nuovo sistema nervoso digitale della società del futuro

La rete 5G sarà il vero fattore abilitante per la diffusione dell’Internet of things e per i tutti i servizi basati sulla connettività, compresa la tanto attesa auto automatica. Occorre però investire subito nella rete ultra-veloce.
Si è tenuta nei giorni scorsi IOTHINGS Rome 2017, l’edizione autunnale della convention internazionale organizzata da Innovability che affronta i temi legati all’Internet delle cose. Un evento che ha ospitato molti tra i principali operatori di questo settore in rapida crescita (almeno dal punto di vista dell’interesse che suscita). 

Secondo la società di consulenza Open Gate Italia, il 5G è una tecnologia promettente che permetterà di gestire in modo unico ed efficiente tutte le esigenze di connessione di una società sempre più smart. Saranno agevolati i servizi a banda stretta, come i sensori lungo le strade per la riduzione di traffico e di inquinamento, o quelli a banda larga, come la videosorveglianza o le applicazioni che richiedono la gestione e il coordinamento di molti oggetti intelligenti, come quelli che servono per far funzionare l’auto autonoma. 


È vero che già oggi molte delle applicazioni di cui si parla sono in parte realizzate o presto realizzabili ma la natura dell’infrastruttura di comunicazione 5G, essendo di per sé multiservizio, e quindi non solo dedicata alla telefonia mobile, come le precedenti 3G e 4G, permetterà di costruire una sorta di sistema nervoso digitale che consentirà anche di sviluppare l’innovazione: come l’elettrificazione è stato il fattore abilitante della precedente rivoluzione industriale, il 5G lo sarà della prossima.
In questo momento non c’è operatore Tlc, o importante società di It e di utilities, che non stia sviluppando applicazioni e progetti basati sul 5G.