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Fondi pensione: su le adesioni, giù i rendimenti

Il settore della previdenza complementare risente dell'instabilità dei mercati finanziari scossi dal conflitto in Ucraina: nel primo trimestre del 2022, stando all'ultima nota statistica della Covip, il comparto registra rendimenti negativi e un lieve aumento delle posizioni aperte

Cresce, seppur di poco, il livello di adesione ai fondi pensione: alla fine di marzo, secondo l'ultima nota statistica della Covip, le posizioni aperte erano 9,8 milioni, in crescita dell'1,1% rispetto alla fine del 2021. Nel dettaglio, il numero di iscritti cresce di 112mila unità e sfiora ora la soglia degli 8,9 milioni di lavoratori. Secondo la nota statistica della Covip, il settore è stato trainato dai “fondi per i quali sono attive le adesioni contrattuali”. Per i nuovi contratti di lavoro, le adesioni ai fondi complementari infatti si attuano “automaticamente” sulla base del Ccnl di riferimento. Ciò comporta un orientamento del lavoratore a versare contributi aggiuntivi, considerato il modesto apporto contributivo previsto naturalmente nel contratto di lavoro.
Crescono le forme pensionistiche di mercato: fra i diversi segmenti, spiccano le 29mila nuove posizioni sui fondi aperti (+1,7%), che raggiungono ora quota di 1,8 milioni di adesioni, mentre i Pip mettono a segno una crescita di 12mila unità.

Risorse in gestione e contributi

Le risorse destinate alle prestazioni ammontano a 210 miliardi di euro, dato in calo di 3,3 miliardi di euro rispetto alla fine del 2021 a seguito delle perdite in conto capitale determinate dall'andamento dei mercati finanziari. Ne consegue un attivo di 63,7 miliardi di euro per i fondi negoziali (-2,5%), di 28,4 miliardi per i fondi aperti (-1,8%) e di 43,9 miliardi per i nuovi Pip (-0,2%).
Complessivamente, nelle casse di fondi negoziali, fondi aperti e Pip sono arrivati a fine marzo 3,4 miliardi di euro, il 4,8% in più rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente. L’incremento è distribuito in misura pressoché simile su tutte le forme pensionistiche: +3,4% per i fondi negoziali, +4,4 per i Pip, mentre i fondi aperti vanno quasi a doppia cifra (+9,3%).

Come vanno i rendimenti

Il conflitto in Ucraina ha influito pesantemente sui mercati finanziari, riverberandosi anche sui risultati delle forme previdenziali complementari. La flessione, piuttosto evidente, ha riguardato l'intero settore: -3,4% i fondi negoziali, -3,6% i fondi aperti e -3,5% i Pip di ramo III.
Tuttavia i dati, seppur non confortanti, vanno letti con cautela. La Covip, a tal proposito, invita a estendere la valutazione su “orizzonti più propri del risparmio previdenziale”, facendo riferimento a un periodo decennale. Fra il 2012 e la fine del 2021 infatti, prosegue la commissione, “il rendimento medio annuo composto è stato pari al 4,1% per i fondi negoziali, al 4,6% per i fondi aperti, al 5% per i Pip di ramo III e al 2,2% per le gestioni di ramo I”: nello stesso periodo, giusto per avere un'idea, il tasso di rivalutazione del Tfr si è fermato all'1,9%. La Covip evidenzia inoltre, nonostante la flessione registrata nei primi tre mesi del 2022, i rendimenti medi annui delle diverse forme di previdenza complementare “restano positivi: 3,7% per i fondi negoziali, 4,1% per i fondi aperti e 4,5% per cento per i Pip di ramo III”.