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Sanità sempre più digitale grazie a IoT e start up

La trasformazione data-driven della sanità sembra inarrestabile, con applicazioni che vanno dall’intelligenza artificiale al metaverso. Cresce quasi a doppia cifra la spesa per il digitale in sanità nel nostro Paese, mentre uno di modelli di eccellenza è l’Estonia

La salute è sempre più tecnologica. E il comparto s’irrobustisce grazie al contesto modificato dalla transizione digitale e dalla pandemia. È quanto emerge nel corposo studio pubblicato da The European House – Ambrosetti. Il quadro generale include più mercati europei, con Estonia e Finlandia che eccellono nella corsa alla digitalizzazione dei rispettivi sistemi sanitari, mentre Israele si mostra forte nella ricerca.
In Italia le prospettive di sviluppo in questo ambito provengono dai fondi in arrivo dal Pnrr, che per la salute ha allocato 15,63 miliardi di euro.
In generale, la rivoluzione della digital health si apre su frangenti diversi, facendo leva soprattutto sulla iper connettività sociale, sul digital divide, in fase di riduzione, e sullo sviluppo dei big data, a cui si aggiunge l’implementazione della banda larga e del 5G.

IL FUTURO? GLI OSPEDALI DIGITALI E METAVERSO

“Salute digitale” significa sviluppo della telemedicina, ma anche aggregazione dei dati sanitari. Non a caso il Consiglio superiore di sanità apre ai sistemi di intelligenza artificiale, dichiarandoli un “supporto alla diagnostica”. Il futuro, poi, lo rappresentano gli ospedali virtuali, di cui esistono esempi concreti. L’ospedale Humber River, in Canada, lavora in maniera completamente digitalizzata ed è in grado di monitorare i pazienti da remoto e in tempo reale. L’innovazione è tale che nei corridoi i robot trasportano medicinali e la documentazione a supporto del personale sanitario.
In Australia, dal 2020, un altro ospedale virtuale cura i propri pazienti da remoto, grazie a strumenti che trasmettono a distanza i valori dei pazienti in cura.
Un altro aspetto che la sanità digitale sta integrando a tutto tondo è il metaverso. I medici sperimentano già la chirurgia in realtà aumentata, mentre terapie inerenti allo stress post traumatico sono già utilizzate per il trattamento dei veterani di guerra da circa 10 anni.

INTERNET OF THINGS: UN MERCATO DA 30 MILIARDI

Ma queste sono solo alcune delle applicazioni dell’Internet of things nel contesto sanitario. Il mercato IoT è previsto in crescita dai 16,2 miliardi di dollari del 2021 ai 30,1 miliardi nel 2026. Fra i dispositivi all’avanguardia utilizzati nell’assistenza sanitaria, ci sono le posate per la misurazione del livello del tremore, i sensori per la pelle utilizzati nella valutazione dell’esposizione ai raggi ultravioletti e un tipo di biancheria intelligente che individua precocemente le neoplasie al seno.
L’intelligenza artificiale velocizza la ricerca, arricchendola di metadati. Nel campo degli algoritmi l’informatica sfrutta il machine learning, che in ambito clinico aiuta a comprendere quali tipi di terapie si adattino meglio a un determinato paziente. Le reti neurali contribuiscono inoltre a prevedere di quale malattia potremmo ammalarci.
Un altro esempio di IA è quello del robot canadese Ludwig che effettua uno screening sui malati di Alzheimer analizzandone la voce. Già sperimentata a New York, invece, una terapia contro la solitudine degli anziani, ai quali vengono affidati animali-robot domestici.

IN ITALIA SANITÀ DIGITALE ANCHE GRAZIE ALLA PANDEMIA

Nel nostro Paese corre invece la digitalizzazione dell’amministrazione sanitaria e lo fa anche grazie allo sviluppo del cloud computing.
La sanità italiana tuttavia non brilla se paragonata agli altri stati dell’Unione Europea. Nel 2020, la spesa sanitaria nazionale si è attestata al 9,7% del Pil, cresciuta di 8,7 punti percentuali sull’anno precedente, ma inferiore a quella della Germania (12,6%) e della Francia (12,4%). L’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, rileva però una spesa corposa per la digitalizzazione (+12,5% rispetto al 2020), ovvero 1,7 miliardi di euro, equivalenti all’1,3% della spesa sanitaria pubblica.
La pandemia, come noto, ha scosso con forza il Sistema sanitario nazionale. Sono aumentate le prestazioni in teleconsulto, il telemonitoraggio, come anche i referti spediti da remoto. E sempre più italiani (soprattutto per scaricare il Green pass) accedono al proprio Fascicolo sanitario elettronico. Il totale perviene a 57,7 milioni di fascicoli attivi e 385 milioni di referti digitalizzati.

IN EUROPA ECCELLE L’ESTONIA

Modello d’eccellenza della salute digitale è l’Estonia, dove la strategia sullo sviluppo dei servizi sanitari è segnata dall’eHealth Vision 2025, un’agenda dedicata alla sanità digitale e caratterizzata dalla qualità delle informazioni sanitarie, nonché dall’infrastruttura di gestione dei dati, basata su blockchain. In sostanza il modello è costituito da un database condiviso, cui accedono i computer della sanità con permessi di modifica ma non di rimozione dei dati.
La Finlandia è stato invece il primo fra i paesi europei a digitalizzare le ricette nel 2010. E nove anni più tardi il parlamento ha legiferato in materia di privacy sull’uso dei dati sanitari e sociali per terze parti. Nel Paese per la sanità si spende il 9,6% del prodotto interno lordo, di cui circa il 2% è attribuito al settore privato.
Sotto il profilo economico, Israele si avvale infine di un forte sviluppo in tema di start-up operanti nella sanità digitale. Negli ultimi sei anni il numero di questo tipo di imprese è più che raddoppiato (746). Per quanto concerne l’economia della digital health, questa ha un valore attestato a 1,9 miliardi di dollari fra investimenti nazionali ed esteri. Le start-up di IA attive nella ricerca per la diagnostica e il supporto alle decisioni cliniche, nel 2018 sono state finanziate per oltre 240 milioni di euro.