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Natale a casa, tra Omicron e inflazione

Dicembre è il mese più importante dell’anno per i consumi, ma il livello di fiducia delle famiglie è in calo, complice l’ennesima preoccupante ondata di contagi, la nuova variante del virus e i rincari di beni e servizi essenziali. Dal 2009 al 2021, la spesa per i regali è crollata del 36%. Il turismo continua a soffrire

Nei giorni in cui il governo proroga lo stato di emergenza di altre tre mesi e impone restrizioni uniche all’interno dei Paesi dell’Unione Europea in merito a viaggi e spostamenti, le persone cercano di pensare al Natale. Un Natale che si sarebbe voluto di riscatto, o quantomeno di serenità, rispetto a quello dello scorso anno, quando si erano aboliti i cenoni, i weekend sulla neve e persino gli abbracci. E invece la pandemia non molla e pesa ancora sui consumi delle famiglie, cui si aggiunge l’inflazione che è tornata a mordere e l’aumento dei costi dell’energia. 

Guardando all’analisi di Confcommercio, scopriamo che a dicembre saranno circa 110 i miliardi di euro che verranno spesi per consumi di ogni tipo, dagli affitti alle utenze ai servizi. Certo un dato che a prima vista può sembrare enorme ma che è comunque inferiore di circa 10 miliardi rispetto a quanto speso nel 2019

Non c’è l’effetto tredicesima 

Se consideriamo solo le spese commercializzabili (alimentari, abbigliamento, mobili, elettrodomestici, computer, device mobili, libri, spettacoli e cultura, attività ricreative, giocattoli, cura del sé, alberghi, bar e ristoranti), la stima è di 76 miliardi. Nel 2020 questa spesa era scesa a circa 66 miliardi, quindi la crescita c’è stata, ma non abbastanza da compensare gli effetti di restrizioni e sfiducia. Dicembre, dicono da Confcommercio, “si conferma il mese più importante dell’anno per i consumi” ma il livello di fiducia delle famiglie in calo, la forte ripresa dell’inflazione e i rincari delle bollette “rischiano di ridurre la quota di tredicesima tradizionalmente destinata alla spesa per i regali di Natale, che quest’anno si confermerà intorno ai 160 euro pro capite, sostanzialmente in linea con lo scorso anno”. 

Considerando anche i consumi di chi non beneficia della tredicesima mensilità, cioè l’area del lavoro autonomo, complessivamente la spesa media per famiglia, inclusi affitti, bollette e utenze, a dicembre si attesterà a 1.645 euro, appena lo 0,5% in più rispetto all’anno scorso, ma ancora molto al di sotto rispetto al 2019 (-7,5%). Le stime, peraltro, non considerano “improvvisi deterioramenti del quadro pandemico”, cosa che con l’avanzare della variante Omicron del virus non si può escludere. 

Rincari: in un anno dalla deflazione alla super inflazione 

Già a novembre, il clima di fiducia delle famiglie era peggiorato per il secondo mese consecutivo a causa dei timori per il riemergere dell’inflazione: la ripresa inflazionistica, cioè quella eccedente l’1,5%-2%, sottolinea l’analisi, sta colpendo in prevalenza (per ora) proprio quei beni e servizi cui le famiglie non possono rinunciare, cioè i cosiddetti consumi obbligati (affitti, bollette ecc.). In un anno, si è passati da un contesto di deflazione a una variazione dei prezzi superiore al 3% (3,8% a novembre): il protrarsi di questo scenario inciderà molto sulle scelte di consumo. 

Guardando alla piccola variazione positiva della spesa media per famiglia citata prima (+0,5%), si scopre che lo slancio è stato compresso proprio dal costo netto aggiuntivo delle bollette che, nonostante il sostegno pubblico, complessivamente peserà per circa 2,3 miliardi di euro per lavoratori dipendenti, pensionati e autonomi

Turismo, in milioni rinunciano a partire 

E per i regali di Natale quanti soldi restano? Sempre meno, a giudicare dai dati di Confcommercio. Secondo un sondaggio dell’associazione, quest’anno per i regali di Natale si spenderanno circa 158 euro a testa, rispetto ai 164 dello scorso anno. Indicativo il calo continuo di questo numero: -8% rispetto al 2019 e oltre il 36% in meno rispetto al 2009. Quest’anno per i regali si spenderanno complessivamente 6,9 miliardi rispetto ai 7,4 miliardi dello scorso anno. 

Intanto, come siamo stati abituati dall’inizio della pandemia, a soffrire particolarmente sarà il turismo. Con l’aumento dei contagi e l’arrivo della nuova variante, la propensione a viaggiare degli italiani è diminuita. Secondo un’indagine di Confturismo, in collaborazione con Swg, già all’inizio di dicembre le disdette ammontavano a 2,5 milioni. La maggior parte degli intervistati ha scelto di cambiare meta con una più vicina; altri hanno ridotto la durata della vacanza. Questa rilevazione è però precedente all’entrata in vigore delle nuove restrizioni. Fino al 31 dicembre, sarà ancora possibile usufruire del bonus vacanze, ma c’è da aspettarsi che ben pochi lo sfrutteranno.