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Nella classifica annuale dell’attrattività globale, stilata da The European House-Ambrosetti, il nostro Paese si conferma nella top 20, ma molto lontana dai risultati realizzati dagli Stati del nostro benchmark, cioè Germania, Francia e Spagna. Mercato del lavoro e arretramento dello stato di diritto le fragilità più evidenti

Dalla Fed alla Banca d’Inghilterra, e ovviamente la Bce, sono partite all’attacco dei prezzi, sperando che anche la geopolitica (si veda l’aggressione russa in Ucraina) possa dare una mano a raffreddare le economie impazzite

Per quanto il conflitto tra Ucraina e Russia sia limitato formalmente ai due paesi, le sue conseguenze ricadono a cascata su tutto il commercio globale. Anche le esportazioni italiane, che quest’anno sono attese in crescita, potranno subire impatti variabili a seconda dell’andamento e della durata della guerra. La divisione in blocchi geopolitici contrapposti è lo scenario peggiore

Il recente rapporto della Banca d’Italia disegna lo scenario sconfortante di una parte del Paese in cui le opportunità di crescita, per imprese e lavoratori, sembrano sempre più distanti. Lotta alla criminalità organizzata, Pnnr e fondi europei rappresenterebbero la chiave di volta per il Mezzogiorno

Il Paese sta soffrendo drammatiche carenze di carburante, medicinali e altri beni essenziali a causa dell’inflazione da record e la svalutazione della sua valuta. Le importazioni sono state bloccate per la grave mancanza di valuta estera

Con la promessa di rialzare i tassi a luglio e settembre e mettere fine al quantitative easing, Eurotower dichiara finita l’epoca dei rendimenti bassissimi o negativi. I mercati rispondono negativamente e le incertezze aumentano. Banca d’Italia rivede al ribasso tutte le stime

Crescono i rischi e diminuiscono il Pil e prospettive di una crescita duratura. Con le fiammate dei prezzi e la crisi ucraina, Banca d’Italia rivede in negativo lo scenario sui mercati finanziari. Resta solido il settore assicurativo

Molti paesi africani ed europei dipendono fortemente dalle esportazioni di cereali dalle aree ora in guerra. Una situazione che per alcuni stati particolarmente fragili potrebbe rivelarsi esplosiva nei prossimi mesi

Su un settore già afflitto da ricavi in contrazione influiscono pesantemente fattori esterni come l’aumento del costo dell’energia e il blocco di alcune importazioni a causa della guerra in Ucraina; a questi si aggiunge, soprattutto al Nord, una lunga siccità invernale. Una risposta arriva dall’aumento della superfice coltivabile a mais, decretata dalla UE, e i finanziamenti del Pnrr per l’installazione di pannelli fotovoltaici