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Pensione di scorta, crescono adesioni, risorse e rendimenti

Secondo l’ultimo aggiornamento della Covip, nel 2019 le posizioni aperte sono aumentate del 4,5%. Il patrimonio del settore ammonta a 184,2 miliardi di euro, mentre il ritorno economico per gli iscritti negli ultimi dieci anni è stato stabilmente superiore alla rivalutazione del Tfr

Il 2019 è stato un anno molto positivo per il mercato della previdenza complementare. Secondo l’ultimo aggiornamento della Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, le adesioni all'industria della pensione di scorta sono cresciute del 4,5% su base annua, attestandosi poco oltre la soglia delle nove milioni di posizioni aperte. Considerando le possibili iscrizioni a due diverse forme di previdenza, il numero degli aderenti alla fine del 2019 superava quota 8,3 milioni.
Buona parte della crescita è attribuibile ai fondi negoziali, che registrano un aumento del 5,3% utile a portare le adesioni complessive a 3,2 milioni. Spicca in particolare la performance dei dieci fondi per cui operano meccanismi di adesione contrattuale: il fondo per i lavoratori del settore edile ha avuto l’incremento maggiore, seguito dal fondo territoriale del Veneto e quello rivolto ai dipendenti pubblici. Nelle forme pensionistiche di mercato, i fondi aperti hanno totalizzato una crescita del 6,1%, che spinge le posizioni aperte a 1,5 milioni, mentre le adesioni ai nuovi Pip crescono del 4,4% e raggiungono quota 3,4 milioni.

Bene risorse e rendimenti

Il settore della previdenza complementare poteva vantare alla fine dello scorso anno risorse per 184,2 miliardi di euro. Il patrimonio dei fondi negoziali ammontava a 56,1 miliardi di euro (+11,4%), mentre fondi aperti e nuovi Pip totalizzavano rispettivamente 22,8 miliardi (+16,4%) e 35,6 miliardi di euro (15,8%).
Bene anche i rendimenti, in un anno particolarmente positivo per i mercati finanziari. La crescita dei corsi per il mercato obbligazionario, favorito dal calo dei rendimenti, e le condizioni monetarie ancora ampiamente accomodanti hanno contribuito a mantenere in territorio positivo i rendimenti medi di tutte le forme di previdenza complementare. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i rendimenti dei fondi negoziali hanno guadagnato il 7,2%. Meglio ancora hanno fatto fondi aperti e Pip di ramo III, in grado di totalizzare rendimenti per rispettivamente dell’8,3% e del 12,2%. Per le gestioni separate di ramo I, invece, il guadagno non è andato oltre l’1,7%.
I rendimenti del 2019 consolidano i guadagni registrati nell’ultimo decennio. Dal 2010 al 2019, i fondi negoziali hanno garantito un rendimento medio annuo composto del 3,6%, quelli aperti e i Pip di ramo III sono riusciti ad arrivate al 3,8%, mentre le gestioni separate di ramo I si sono fermate al 2,6%. In ogni caso, tutte le forme di previdenza complementare sono riuscite a battere una rivalutazione media annua composta del Tfr che nello stesso periodo non è andata oltre il 2%.

Pressing per le adesioni online
Intanto la Covip, sulla scia del buon momento registrato nel 2019, spinge per aprire nuovi canali di adesione al settore della previdenza complementare. La commissione, a tal proposito, ha posto in pubblica consultazione un documento che introduce l’ipotesi di istituire canali online per effettuare nuove iscrizioni ed compiere altre operazioni via web: la raccolta di commenti e opinioni terminerà l’8 aprile.
La novità si inserisce nel solco della direttiva Iorp II e, in particolare, negli sforzi fatti per migliorare il livello di trasparenza degli istituti di previdenza complementare. Il testo specifica pertanto i contenuti che dovranno essere inseriti nei siti pubblici degli operatori del settore e introduce, appunto, la possibilità di aprire canali online di iscrizione. La novità, nei propositi della commissione di vigilanza, potrà favorire le adesioni dei lavoratori più giovani e dei dipendenti delle Pmi.