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Il mondo nel 2020 per le imprese italiane

Alla conferenza Ispi il punto sulla situazione degli assetti politici ed economici internazionali e sugli impatti per le aziende del nostro Paese

Il 2020 rappresenterà un punto di svolta per gli attuali assetti politici ed economici internazionali: è quanto emerso alla conferenza Il mondo nel 2020. Opportunità e rischi per le imprese organizzata da Ispi (Istituto studi politici internazionali) con Intesa Sanpaolo e Sace. Tra la Brexit e le elezioni americane, nel 2020 continueranno molte delle crisi irrisolte iniziate nel 2019: dalla rivolta delle piazze di mezzo mondo, all’emergenza climatica in un ordine globale sempre più “disordinato” e dagli esiti incerti. L’accordo sui dazi cambierà comunque gli equilibri commerciali attuali, e il timore di un progressivo rallentamento del trascorso positivo ciclo economico e il livello di indebitamento globale potrebbero avere ripercussioni sul commercio internazionale.

Nuovi giochi di forza mondiali
Scenari geopolitici ed economici che presentano ad inizio 2020 fattori di incertezza che impongono una riflessione sulle scelte dell’Europa e su quali siano i principali rischi per le imprese italiane. In particolare, cosa aspettarsi dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, dagli accordi (quali che siano) sulla Brexit, dalle decisioni sul clima, e quali saranno le reali implicazioni per le nostre imprese.
Paolo Magri, presidente Ispi, individua come sotto la punta dell’iceberg delle crisi interazionali – rappresentate da guerre in Medio Oriente, tensioni Usa-Iran, Brexit, instabilità governativa in Europa, guerra dei dazi, crisi ambientali e climatiche – la vera sfida sia quella tra Usa e Cina. La divergenza crescente tra queste due superpotenze, soprattutto dal punto di vista tecnologico, rischia di spaccare in due la globalizzazione e di creare due filiere tecnologiche contrapposte. “L’Europa dovrà confrontarsi con potenze che non necessariamente scommettono sulla tenuta del disegno europeo e che usano l’arma del ricatto per ottenere dei vantaggi a proprio favore: la Russia con l’energia, la Turchia con i migranti e gli Usa con i dazi” ha commentato Magri a margine della conferenza. L’Europa sarà quindi chiamata a fare delle scelte: dovrà scegliere se stare dalla parte della convenienza o dalla parte dei valori cercando, come è nella sua natura, di coniugare entrambi.

Le sfide per le imprese italiane
Le politiche monetarie molto espansive che hanno preceduto e seguito la grande crisi del 2007-2008 hanno finito per intrappolare sé stesse rendendo difficile e pericoloso un cambio di rotta. Le previsioni del 2020 stimano che tassi di interesse e immissioni di liquidità non dovrebbero subire svolte importanti nei prossimi 3-4 trimestri. Abbandonare il tono espansivo delle politiche monetarie significherebbe mettere in difficoltà i mercati finanziari che già sopportano l’incertezza dell’economico politica mondiale.
Alessandro Scarabelli, direttore generale di Assolombarda sottolinea l’importanza della presenza delle imprese lombarde nel contesto internazionale: il dato (127 miliardi di export) emerge dal rapporto Ispi che da sempre dedica particolare attenzione alle esigenze specifiche del mondo produttivo. E, se da una parte tranquillizza sulla tenuta del mondo produttivo italiano sui mercati internazionali, dall’altra apre a nuove sfide che non devono essere sottovalutate: “Le imprese – dichiara Scarabelli - devono essere sempre vigili, non devono sottostimare nessun rischio, sia a livello geopolitico che economico o ambientale”.
Ricerca di modelli produttivi più efficienti e progresso tecnologico sono le grandi sfide che ci vengono poste dalla globalizzazione dei mercati. Manlio Di Stefano, sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, sottolinea l’importanza del fattore ‘internazionalizzazione’ per le imprese del nostro Paese: l’Italia è il secondo Paese manifatturiero d’Europa, non solo per esportazioni di macchine ma anche per esportazione di formazione e know-how.

La soluzione è fare sinergia
La tavola rotonda tenutasi nel corso dell’evento ha offerto il punto di vista privilegiato delle imprese che operano sui mercati non solo nazionali, ma anche internazionali, sollecitate ad una riflessione anche sulle possibili ‘opportunità’ per le aziende. Come si affronta uno scenario di questo genere e come rincorrerne gli aspetti positivi? Inoltre, quali sono le soluzioni sul cambiamento e sulla sostenibilità? A rispondere sono intervenuti Sivia Candiani (Ad, Microsoft Italia), Fabrizio Di Amato (presidente, Maire Tecnimont), Roberto Gavazzi (Ad., Boffi), Marco Sesana (Ad e country manager, Generali Italia).
In assenza di ‘guerra fredda’ si hanno comunque conflitti sui dazi, sui controlli, su aspetti di privacy, su tasse sul digitale, su black list di aziende impossibilitate a partecipare a taluni mercati, sulla scelta di partner politici e commerciali: tutti fattori di incertezza che non giovano alle imprese. Per le imprese italiane la soluzione è fare sinergia, confrontarsi, aprirsi alle innovazioni che attraversano trasversalmente i vari settori, saper leggere i dati, ma anche individuare i nuovi stili sociali. Contano molto il ‘brand Italia’ e il ‘brand Milano’, che hanno riconoscibilità nel mondo.

Sostenibilità e nuove tecnologie: le grandi opportunità
Questo momento storico di incertezza economica offre anche l’opportunità di pensare e creare nuovi prodotti, in campo assicurativo, industriale, del design. Sostenibilità è la parola chiave nella strategia 2020 di quelle imprese che vogliono lanciare nuovi prodotti o riposizionare a livello industriale l’impresa stessa. Anche le nuove tecnologie e l’innovazione offrono nuove opportunità: dalla digitalizzazione alla creazione di nuovi materiali, tutto può contribuire a dare nuova linfa alle imprese italiane. Microsoft annuncia di raggiungere entro il 2050 emissioni ‘carbon neutral’, e Maire Tecnimont di praticare un’economia ‘circolare’ mediante il recupero per altri usi di un prodotto, con la prospettiva che quello dei ‘rifiuti’ costituirà il mercato del terzo millennio. Anche Generali vede opportunità di crescita e di sviluppo nel settore della sostenibilità, cui aggiunge il welfare oggi particolarmente sentito e all’attenzione di consumatori e aziende.