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Ecco la Generazione Z

Bnp Paribas Cardif ha illustrato i risultati di un’indagine di AstraRicerche su giovani e giovanissimi: connessi e digitali, ma anche attenti alla sostenibilità, all’inclusione e a valori più tradizionali come famiglia e amicizia

Digitali ma non troppo. Eternamente connessi, non solo al mondo virtuale ma anche a tutto quello che li circonda. Giovani ma, al tempo stesso, legati ai valori più tradizionali dell’amicizia e della famiglia. È l’identikit della Generazione Z che emerge da un’indagine condotta da AstraRicerche per conto di Bnp Paribas Cardif. E intitolata, non a caso, Generazione Z: un futuro che guarda al passato.
L’indagine, realizzata attraverso oltre mille interviste, si pone l’obiettivo di accendere un faro sul mondo dei giovani di età compresa fra 14 e 24 anni. E conferma innanzitutto il rapporto privilegiato che i giovani d’oggi hanno con le nuove tecnologie. L’87% dei giovanissimi non riuscirebbe a fare a meno del proprio smartphone, strumento ormai indispensabile per vedere video (76%), ascoltare musica (67%), fare acquisti (63%) e seguire programmi (57%): per il 51% del campione, i social network si impongono addirittura come il principale strumento di informazione.
Eppure, nonostante tutto, non di solo digitale sembra vivere la generazione dei giovanissimi. Per raggiungere la felicità, si dice convinta la stragrande maggioranza del campione, è importante soprattutto stare bene con se stessi (84%), sentirsi bene fisicamente (82%) e godere di un clima sereno in famiglia (80%). Una sfera, quella familiare, che ritorna spesso nelle risposte dell’indagine. I genitori si impongono infatti come i principali modelli di questa generazione (55%), mentre famiglia (57%) e amore (47%) si attestano come le priorità dei più giovani: la fama e il successo si fermano staccatissimi al 6%.
L’orizzonte dei giovanissimi non si limita tuttavia alla semplice sfera familiare. La Generazione Z si caratterizza quasi come un movimento inclusivo, attento all’ambiente e alla diversità. Sono temi dati ormai per acquisiti, che i più giovani reputano parte del proprio modo di essere e di pensare, a cui si unisce anche la convinzione di poter contribuire a una qualche forma di cambiamento. Ecco allora che il 66% dei giovanissimi pone grande attenzione alla raccolta differenziata o che, ancora, il 60% del campione vigila costantemente su eventuali sprechi.
I punti negativi, tuttavia, non mancano. E si condensano soprattutto in fenomeni sociali che stanno facendo emergere nuovi rischi. Come nel caso del bullismo: più della metà del campione ha affermato di essere stato vittima di una qualche forma di discriminazione a scuola o sul posto di lavoro, soprattutto per quanto riguarda la propria salute e la forma fisica (51%). Uno scenario già critico che risulta esacerbato dal lato oscuro della digitalizzazione. Più del 40% dei giovanissimi afferma di aver avuto esperienza diretta o indiretta di cyber bullismo, un più elevato 47% dichiara di essersi pentito di aver pubblicato certi contenuti online.
Insomma, i rischi non mancano. E vengono serenamente trascurati: secondo i risultati dell’indagine, i giovani sono poco consapevoli e interessati alla propria reputazione digitale e mostrano una debole percezione dell’argomento. Più della metà del campione non conosce le assicurazioni legate alla digital reputation (55%) e una buona parte di questi (23%), pur conoscendole, dichiara di non esserne interessato.