il-reddito-d-inclusione-funziona

Il reddito d’inclusione funziona

Nel primo rapporto sullo strumento introdotto a inizio anno, oltre 900 mila persone hanno beneficiato delle misure contro la povertà approvate dallo scorso governo. Boeri (Inps) invita a continuare per questa strada, mentre resta scettico su quello di cittadinanza

Poco meno di 900 mila persone nel corso del primo trimetre 2018 hanno percepito misure contro la povertà introdotte dallo scorso governo (i cui ministri sono ancora in carica per gli affari correnti). Tra il Sia, sostegno inclusivo attivo e il Rei, reddito d’inclusione, il 50% della platea potenziale sta beneficiando di questi aiuti. Sono dati resi noti dall’Inps e dal governo italiano nel corso della presentazione del primo rapporto sul reddito d’inclusione, strumento approvato nell’ultima fase della legislatura appena conclusa e attivo dal primo gennaio. Per quanto riguarda il solo Rei, si evince dal rapporto, a beneficiarne sono state 317 mila persone pari a 110 mila nuclei familiari. Sette nuclei beneficiari su 10 risiedono al sud e tra le regioni del meridione, la Campania è quella che ne beneficia di più, seguita da Sicilia e Calabria.


Famiglie con figli residenti nel sud Italia 

L’importo medio mensile è pari a 297 euro, caratterizzato però da profonde differenze a livello territoriale: in Val d’Aosta, la cifra media percepita è 225 euro, mentre quella della Campania è pari a 328 euro. Il valore medio dell’assegno al sud è il 20% più alto di quello del nord Italia e del 14% rispetto a quello delle regioni del centro. L’importo medio varia anche in base ai componenti il nucleo familiare: i single percepiscono in media 117 euro, mentre per i nuclei con sei persone l’assegno arriva ai 429 euro in media. L’Inps fa notare che sono 57 mila i nuclei familiari con minori: questi rappresentano il 52% dei nuclei beneficiari che sono a loro volta il 69% delle persone interessate. Sono invece oltre 21 mila le famiglie con disabili che percepiscono il Rei, che rappresentano il 20% dei beneficiari. 

Le persone che hanno percepito nell’ultimo trimestre 2017 il Sia sono invece quasi 498 mila, cioè 119 mila nuclei familiari. A questi numeri, ha fatto notare l’Istituto, si devono sommare anche le misure regionali integrative previste dalle diverse regioni italiane. 


Reddito di cittadinanza? Troppo caro 

Secondo il presidente dell’Inps, Tito Boeri, “il Rei è fondamentale per dare prospettiva alle famiglie e ai più poveri tra i poveri” ed è stata una “macchina complessa da mettere in piedi”. Tuttavia, Boeri ha anche ricordato che l’Italia è “in ritardo di 70 anni rispetto ad altri Paesi”, nell’applicazione di misure contro la povertà. “Oggi – ha detto – c’è un reddito minimo ai primi passi, ancora sottofinanziato rispetto alla platea interessata che da luglio salirà a 2,5 milioni di persone, per un totale di e 700 mila famiglie”. 

Boeri, d’altra parte, resta molto scettico riguardo al reddito di cittadinanza, bandiera elettorale e programmatica del Movimento 5 stelle: “costerebbe alle casse dello Stato – ha detto il numero uno dell’Inps – tra i 35 e i 38 miliardi di euro, cioè una cifra molto consistente”. I calcoli di Inps sono sulla base del ddl presentato da M5S tre anni fa e delle informazioni dell’Istituto stesso incrociate con quelle dell’Agenzia delle entrate”. Il Movimento 5 stelle non è tuttavia d’accordo con questi numeri e sostiene possa costare circa la metà.