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Acquisti e rimborsi, le Pmi cercano semplificazione

Verifica di ricevute, conversioni di valuta, acquisti non autorizzati. Il processo di controllo delle spese dei dipendenti può richiedere molto tempo e costare sprechi finanziari. Per questo, secondo uno studio condotto da Istituto Piepoli per Soldo, i cfo chiedono strumenti innovativi

Perdita di tempo e di denaro. La gestione dei pagamenti nelle piccole e medie imprese può rivelarsi più complicato del previsto. Uno studio condotto da Istituto Piepoli per Soldo rivela che l’iter di controllo mensile delle spese dei dipendenti coinvolge il 62% delle aziende e può portar via fino a otto ore. Lo studio, condotto su un campione di 300 responsabili finanziari in Pmi italiane e 100 dipendenti, ha messo in evidenza le lacune del processo di gestione di acquisti e rimborsi, che possono essere ottimizzati e semplificati grazie a tecnologie già disponibili nel mercato. Il problema è sul tavolo dei cfo italiani, tanto che secondo la ricerca il 43% degli intervistati vede tra le sfide del 2018 il controllo di chi accede ai soldi aziendali (dipendenti, dipartimenti o consulenti esterni) mentre il 40% vorrebbe monitorarne l'impiego in tempo reale. Detto altrimenti, si chiede di automatizzare i processi, per renderli trasparenti ed evitare possibili problematiche a livello fiscale.



Soldi in anticipo? Le imprese non si fidano


L’anticipo di cassa è una vera rarità che riguarda solo il 5% delle imprese. Al contrario, una impresa su quattro ha una posizione radicalmente contraria agli anticipi di cassa e chiede ai collaboratori di anticipare denaro, qualunque siano le condizioni o l'importo delle spese. Questo costringe i dipendenti a pagare di tasca propria carburante, pasti, trasporti e altre spese di trasferta, per poi chiedere il rimborso. Il processo di spesa e rimborso è spesso improvvisato. Secondo la ricerca, il 64% dei responsabili amministrativi intervistati ha dichiarato che nella propria azienda mancano regole e processi abituali per gli anticipi di spesa ai dipendenti. Si espongono così i lavoratori anche a possibili errori legati alle successive operazioni di reportistica, che comportano sprechi di tempo e denaro che gravano soprattutto sulle aziende di dimensioni più piccole. Il processo si complica con le trasferte in paesi fuori dall’area euro. Inoltre, i contanti in valuta estera forniti ai dipendenti per affrontare le trasferte espongono le aziende al rischio che il denaro inutilizzato non ritorni completamente. Il 24% degli intervistati ha riportato uno spreco compreso tra il 10 e il 15% sul totale dei soldi anticipati. È necessario quindi introdurre sistemi semplificati che consentano il rapido recupero di denaro inutilizzato attraverso la riconversione delle valute estere. 


Carte prepagate per il controllo in tempo reale


Gli imprenditori devono comunque prestare attenzione alle spese non autorizzate o eccessive. Il sondaggio Piepoli rivela che quasi un dipendente su cinque (il 17%) spende denaro dell'azienda quando non dovrebbe. Occorrono quindi strumenti che riescano a controllare le spese dei dipendenti in tempo reale. La soluzione per semplificare e rendere più efficiente il processo è ormai alla portata di tutte le aziende. Secondo la ricerca, per il 54% dei cfo intervistati la carta prepagata e controllata in tempo reale è considerata uno strumento per spendere i soldi aziendali più responsabilmente. Il 22% crede che possa aumentare la fiducia nell’azienda e nei suoi processi. Le carte prepagare piacciono anche ai dipendenti, che dedicano in media più di 3 ore al mese per le richieste di rimborsi, con un 15% che impiega tra le 4 e le 6 ore. Per la maggioranza dei lavoratori intervistati, la carta può ridurre gli sprechi e il tempo, migliorare la propria produttività, ridurre una fonte di stress e far affrontare più volentieri le trasferte.