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Senza acqua potabile 785 milioni di persone nel mondo

Il rapporto State of climate services dell’Organizzazione metereologica mondiale ha lanciato l’allarme: nel 2050 si rischiano cinque miliardi di individui senza un accesso adeguato alle fonti idriche

Il mondo è in ritardo rispetto al Goal 6 dell’Agenda 2030 che punta a garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie.
L’appello a fare in fretta arriva dal rapporto “2021 State of climate services pubblicato recentemente dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), dedicato all’aumento dei rischi legati all’acqua a causa del cambiamento climatico, e rilanciato in Italia dall’Asvis, l’agenzia italiana per lo sviluppo sostenibile, ricordando che nel mondo 785 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.
“L’aumento delle temperature – ha avvertito Petteri Taalas, segretario generale del Wmo – si traduce in cambiamenti delle precipitazioni globali e regionali, portando a mutamenti nei modelli di pioggia, con un impatto importante sulla sicurezza alimentare, sulla salute e sul benessere umano”.

Sempre meno acqua potabile a disposizione
Il report ricorda che nel 2018 erano di 2,3 miliardi il numero di persone che vivevano in forti condizioni di stress idrico, numero che nel 2020 è salito a 3,6 miliardi di individui che hanno avuto un accesso inadeguato all’acqua per almeno un mese all’anno. Una condizione che entro il 2050 potrebbe riguardare più di cinque miliardi di persone, avverte il Wmo. Negli ultimi 20 anni l’accumulo di acqua terrestre (la somma di tutta l’acqua presente sulla superficie terrestre e nel sottosuolo, compresa l’umidità, la neve e il ghiaccio) è andato diminuendo al ritmo di un centimetro all’anno. Condizione aggravata dal fatto che solo lo 0,5% dell'acqua sulla Terra è utilizzabile e disponibile come acqua dolce.
Anche i rischi legati all’acqua sono aumentati di frequenza negli ultimi due decenni. L’agenzia italiana per lo sviluppo sostenibile, citando il report del Wmo, ricorda che a partire dal 2000 i disastri legati alle inondazioni sono aumentati del 134%, il numero e la durata dei periodi di siccità sono cresciuti del 29%. Asia e Africa sono i due continenti dove si registrano la maggior parte dei decessi e delle perdite economiche legate rispettivamente alle inondazioni e ai periodi di siccità. Per ridurre i disastri legati all’acqua e supportare la gestione delle risorse idriche, sottolinea il rapporto, è necessario implementare i servizi, rafforzare i sistemi di allerta precoce end-to-end, e incrementare gli investimenti sostenibili.
Il report sottolinea anche come circa il 60% dei servizi meteorologici e idrologici nazionali, le agenzie incaricate di fornire informazioni di base e servizi di allerta al governo, al pubblico e ai cittadini, non abbia le capacità necessarie per fornire servizi climatici. Una valutazione dell'Organizzazione meteorologica mondiale su 101 Paesi ha rilevato che molto spesso i dati idrologici non sono disponibili (67%) e che i sistemi di previsione e di allerta delle piene fluviali o dei periodi di siccità sono assenti o inadeguati (rispettivamente nel 34% e nel 54% dei casi).

Gli strumenti disponibili in ottica di prevenzione
Il report cita alcuni strumenti utili e messi in campo in ottica di prevenzione dei danni. In Honduras, la compagnia elettrica statale Empresa nacional de energía eléctrica che gestisce la diga El Cajón, responsabile della generazione, distribuzione e commercializzazione dell’elettricità nel Paese, ha sfruttato il servizio Streamflow forecast GeoGloWs per ottenere informazioni affidabili e utili nella gestione dell’acqua prima degli uragani Eta e Iota del 2020.
GeoGloWs è un’applicazione sviluppata dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, dedicata alle previsioni globali di deflusso. L’applicazione trasforma il deflusso in previsioni di portata fluviale per ogni fiume del mondo. La compagnia honduregna ha utilizzato la previsione di scarico per gestire i livelli del serbatoio prima dell’arrivo di Iota, programmando una serie di rilasci controllati, così da liberare il bacino idroelettrico scongiurando il pericolo di esondazione.
In Inghilterra, il Flood briefs for the Uk Foreign, Commonwealth and Development Office (Fcdo) ha sviluppato e testato sistemi di allerta precoce per alluvioni dedicati agli attori umanitari internazionali prima e durante gli eventi climatici. I bollettini si basano sulla combinazione dei dati forniti dal Copernicus emergency management service global flood awareness system (GloFas) e dalle previsioni del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.

Necessaria una gestione integrata delle risorse idriche
La gestione integrata delle risorse idriche, continua il Rapporto, è fondamentale per raggiungere il benessere sociale, economico e ambientale nel lungo periodo. Nonostante i progressi, 107 Paesi sono fuori strada per raggiungere l’obiettivo di gestire in modo sostenibile le proprie risorse idriche entro il 2030, così come stabilito dal Goal 6 delle Nazioni unite. Se volessimo raggiungere l’Obiettivo, dovremmo quadruplicare gli attuali tassi di avanzamento. La buona notizia, secondo la Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), è che acqua e cibo sono le due questioni prioritarie che più emergono dai Contributi determinati a livello nazionale (Ndc), segno della volontà dei Paesi di rafforzare i servizi climatici per l’acqua.