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Il Covid-19 fa aumentare la fame nel mondo

L’Onu lancia un appello: la pandemia ha fatto aumentare l’insicurezza alimentare e la vulnerabilità per i migranti e per le loro famiglie che contano sulle rimesse dall’estero, ma anche per quelle comunità costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa di conflitti, violenze e calamità. Se non si fa niente, si rischiano 33 milioni di nuovi affamati

Fame globale, povertà estrema, sfollamenti e migrazioni potrebbero subire un peggioramento a causa della pandemia di Covid-19. C’era da aspettarselo ovviamente, ma l’allarme è stato lanciato dal primo rapporto sul tema pubblicato dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’agenzia Onu World Food Programme (Wfp), per la prima volta insieme per analizzare in che modo la pandemia abbia fatto aumentare l’insicurezza alimentare e la vulnerabilità per i migranti e per le loro famiglie che contano sulle rimesse dall’estero, per le comunità costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa di conflitti, violenze e calamità.

Chi ha di più deve dare a chi ha meno
Le due agenzie Onu sottolineano quanto il costo economico e sociale della pandemia sarà devastante soprattutto per i poveri del mondo. Serve che la parte più ricca, che sta affrontando la pandemia, rafforzi il sostegno e risponda ai bisogni umanitari, attenuando così l’impatto socio-economico della crisi e facendo in modo che i più vulnerabili non siano dimenticati. È una ricetta semplice, in fondo: nelle difficoltà estreme, chi stava già male starà peggio e chi stava bene deve aiutare i meno fortunati.
David Beasley, il direttore esecutivo del Wfp, ha fatto notare che l’impatto socio-economico della pandemia è “più devastante della malattia stessa”. Nei Paesi a basso e medio reddito, molte persone che fino a pochi mesi fa, anche se povere, riuscivano ad andare avanti, ora si trovano quasi senza mezzi di sussistenza. Uno dei problemi principali sono proprio le rimesse inviate dall’estero alle famiglie, che “si stanno prosciugando”, poiché i lavoratori migranti sono rimasti senza lavoro (anche solo momentaneamente perché gli esercizi e le imprese per cui lavorano sono stati colpiti dai provvedimenti di chiusura). “Il risultato – precisa Beasley – è che i livelli della fame sono schizzati alle stelle”, in quei Paesi. Il calo delle rimesse riguarda circa 800 milioni di persone, “cioè un abitante del mondo su nove”.

I migranti sono i più colpiti
L’insicurezza alimentare e gli spostamenti delle persone sono strettamente connessi. Le misure e le restrizioni messe in campo in oltre 220 tra Paesi, territori o aree del mondo per contenere la diffusione della malattia hanno limitato le opportunità di lavoro, mettendo a dura prova la capacità dei migranti e degli sfollati di potersi permettere cibo e altre necessità di base. Tra le dieci peggiori crisi alimentari al mondo, nove sono in Paesi con il maggior numero di sfollati.
I 164 milioni di lavoratori migranti nel mondo sono tra i più colpiti dalla pandemia, perché spesso lavorano a giornata o hanno impieghi stagionali, con salari bassi e senza accesso a sistemi di protezione sociale. Durante le crisi economiche, questi cluster sono spesso i primi a perdere il lavoro. Allo stesso tempo, le interruzioni nei lavori agricoli stagionali potrebbero avere conseguenze sulla produzione, sulla lavorazione e sulla distribuzione, con possibili effetti sulla disponibilità di cibo e sui prezzi a livello locale e regionale.

Trentatré milioni di nuovi affamati
La Banca Mondiale prevede un calo del 14% nelle rimesse verso Paesi a basso e medio reddito entro il 2021. “Le conseguenze per la sicurezza alimentare potrebbero essere devastanti”, fanno sapere Oim e Wfp. Secondo le proiezioni di quest’ultima, entro la fine del 2021, almeno 33 milioni di persone in più potrebbero scivolare verso la fame.
L’appello va quindi alla comunità internazionale affinché si facciano tutti gli sforzi per limitare l’impatto immediato sui più vulnerabili e poveri del mondo, così come si predispongano investimenti di lungo termine per una ripresa rapida.