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Scuole e terremoti, 4 milioni e mezzo di persone a rischio

Save the Children denuncia la pericolosità degli istituti italiani a 15 anni dal crollo di San Giuliano. Online la raccolta di firme per chiedere a Governo e Parlamento di mappare e prevenire i pericoli sismici

Assenza di informazioni sullo stato degli edifici scolastici, mancata verifica della vulnerabilità sismica e dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica non aggiornati e incompleti. La tragedia della scuola di San Giuliano di Puglia nel 2002 non sembra aver scosso la politica italiana. A distanza di 15 anni, Save the children ricorda che ancora oggi circa 4 milioni e mezzo di studenti soggetti all’obbligo scolastico vivono in aree ad alta o medio-alta pericolosità sismica, in un territorio che coinvolge 76 province su 110. Tra queste, ben 29 province estendono il loro territorio in zone ad elevata pericolosità sismica con un numero di studenti tra i 50 mila e i 500 mila. La provincia di Roma risulta quella con più densità di alunni che frequentano la scuola dell’obbligo (450mila). 

Per questo l’organizzazione nata per la difesa dei diritti dei minori ha lanciato su internet una raccolta di 15 mila firme a sostegno di una petizione da presentare al Governo e al Parlamento. Tre richieste fondamentali: scuole antisismiche per tutti, a partire dalle aree a maggior rischio; verifica degli edifici per mappare i pericoli per ogni singola scuola; attivazione di percorsi di formazione e autoprotezione obbligatori per le emergenze nelle scuole.

“Le informazioni disponibili sullo stato degli edifici scolastici sono ancora oggi insufficienti: una larga parte delle scuole non è stata sottoposta a verifica di vulnerabilità sismica” si legge nella petizione di Save The Children che denuncia anche la paradossalità della circolare del 2010 intervenuta a chiarire in termini generali che “la verifica è obbligatoria, mentre non lo è l'intervento, salvo nel caso in cui il proprietario o gestore disponga di risorse ordinarie sufficienti alla sua esecuzione”. Detto altrimenti: accertato la pericolosità non è obbligatorio intervenire. Eppure, scrive l’organizzazione “la maggioranza delle scuole italiane ha sede in vecchi edifici, per i quali non sono stabiliti obblighi generali di adeguamento antisismico a un parametro minimo determinato” e ancora “gli alti parametri antisismici previsti dalle norme sulle costruzioni si applicano solo quando si va a costruire un nuovo edificio o in caso di suo ampliamento, sopraelevazione o mutamento di destinazione d'uso”. Così la politica italiana sembra impotente per rendere più sicura la vita di studenti, docenti e di tutto il personale scolastico.